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REAPER MAN

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2007 16:21
26/01/2007 12:06
 
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Messaggio recuperato: redatto da CONINA

PREMETTO CHE STO SUDANDO SETTE CAMICIE DA ALCUNI GIORNI.
Non sono brava con l'inglese, ma questo è il risultato.
Si invocano suggerimenti e correzioni...

REAPER MAN
(Il mietitore)
1
La danza di Morris è comune a tutti gli abitanti del multiverso. E’ danzata sotto cieli azzurri per celebrare il risveglio del suolo e sotto nude stelle perché è primavera e, con un po’ di fortuna, l’anidride carbonica sgelerà ancora. L’imperativo è sentito dalle creature del profondo mare che non hanno mai visto il sole e da cittadini il cui unico contatto con la natura è l’aver messo sotto una pecora con loro Volvo.
E’ danzata innocentemente da giovani matematici laceri e barbuti ad un’inesperta interpretazione per fisarmonica di “Mrs Widgery’s Lodger” e senza pietà dagli uomini di ninja Morris di nuova Ankh che possono fare strane e terribili cose con un semplice fazzoletto e un campanello.
E non è mai stata danzata correttamente.
Eccetto che sul Mondo disco che è piatto e trasportato sul dorso di quattro elefanti che viaggiano attraverso lo spazio sul dorso della Grande A-Tuin la tartaruga del mondo.
E perfino là, solo in un posto è fatta nel modo giusto. E’ un piccolo villaggio in alto sui monti Ramtop, dove il grande semplice segreto è trasmesso da una generazione all’altra.
2
Là gli uomini danzano il primo giorno di primavera avanti e indietro, campanelli legati dietro le ginocchia, le bianche camicie sventolanti. La gente viene e guarda. C’è arrosto di bue dopo, ed è generalmente considerata una bella giornata per tutta la famiglia.
Ma non è quello il segreto.
Il segreto è un’altra danza.
E questa non avverrà ancora per un po’.

C’è un ticchettio, come quello fatto da un orologio. E, infatti, nel cielo c’è un orologio e il ticchettio di secondi coniati di fresco proviene da esso.
Perlomeno sembra un orologio. Ma, in effetti, è l’esatto opposto di un orologio e la lancetta più grande gira intorno una sola volta.
C’è una pianura sotto un pallido cielo. E’ coperta da modesti arrotondati pendii che potrebbero ricordarti qualcos’altro se uno li potesse vedere da molto lontano e se li vedesse da molto lontano potrebbe essere molto contento che tu sia, in effetti, molto molto lontano.
Tre figure grigie fluttuano proprio al di sopra. Ciò che sono, di preciso, non si può descrivere in un linguaggio normale. Qualcuno può chiamarli cherubini, sebbene non ci siano guance rosate su di loro.
Potrebbero essere annoverati fra coloro che si assicurano che la gravità funzioni e che il tempo rimanga separato dallo spazio.
Li chiameremo “Revisori (dei conti?) “. Revisori della realtà.
Stavano conversando senza parlare. Non avevano bisogno di parole. Semplicemente cambiavano la realtà in modo di averlo fatto.
3
Uno disse: Non è mai successo prima. Può essere fatto?
Uno disse: Deve essere fatto. C’è una personalità. Le personalità finiscono. Sole le forze perdurano. Lo disse con una certa soddisfazione.
Uno disse: Inoltre.. ci sono state delle irregolarità. Dove trovate personalità là trovate irregolarità. Bene, così stanno le cose.
Uno disse: Ha lavorato in modo inefficiente?
Uno disse: No, non possiamo dire questo di LUI.
Uno disse: Questo è il punto. La parola LUI. Si addice ad una personalità, è inefficiente. Noi non vogliamo che si espanda. Supponiamo che la gravità sviluppi una personalità. Supponiamo che decida che gli piace la gente.
Uno disse: Essere schiacciato e questo genere di cose?
Uno disse con una voce che sarebbe stata anche più fredda se non fosse stata vicino allo zero assoluto: NO
Uno disse: Scusate, solo un mio piccolo scherzo.
Uno disse: Inoltre, qualche volta si fa domande sul suo lavoro. Tale speculazione è pericolosa.
Uno disse: Niente da eccepire.
Uno disse: Quindi siamo d’accordo.
Uno che sembrava stesse pensando a qualcosa disse: Solo un momento. Non hai appena usato l’aggettivo possessivo “mio”. Non starai sviluppando una personalità, vero?
Uno disse colpevolmente: Chi, noi?
Uno disse: Dove c’è personalità, là c’è discordia.
Uno disse: Si, Si. Molto vero.
Uno disse: Giusto. Ma stacci attento in futuro.
4
Uno disse: Allora siamo d’accordo?
Essi guardarono il viso di Azrael, delineato contro il cielo. Infatti egli era il cielo.
Azrael accennò con il capo lentamente
Uno disse: Molto bene. Dov’è il posto?
Uno disse: E’ il Mondo disco. Viaggia attraverso lo spazio sul dorso di una tartaruga gigante.
Uno disse: OH! Uno di quelli! Io li odio!
Uno disse: L’hai fatto ancora. Hai detto “IO”
Uno disse: No, No non l’ho fatto. Non ho mai detto “IO”…oh maledizione!
Esplose in fiamme ed evaporò come evapora una piccola nuvola di vapore, velocemente e senza residui disordinati. Pressoché immediatamente, un altro apparve. Era identico in apparenza al suo fratello scomparso.
Uno disse: Questo serva da lezione. Cominciare ad avere una personalità è l’inizio della fine. E ora.. andiamo.
Azrael li guarda andare via.
E’ duro approfondire i pensieri di una creatura così grande che nello spazio reale la sua lunghezza sarebbe misurata solamente in velocità della luce. Ma egli girò la sua enorme massa e con occhi come stelle perdute, cercò fra gli innumerevoli mondi uno piatto.
Sul dorso di una tartaruga il Mondo disco è specchio dei mondi.
Sembrò interessante. E nella sua prigione di miliardi di anni, Azrael era annoiato.

E questa è la stanza dove il futuro si riversa nel passato per mezzo di un pizzico di ora.
5
Dei segnatempo sono allineati lungo i muri. Non clessidre, benché abbiano la stessa forma. Non una piccola clessidra che si potrebbe comprare come ricordo attaccato ad una piccola targhetta con il nome dell’albergo per le vacanze scritto con disinvoltura, scritto da qualcuno con lo stesso senso dello stile di una ciambella con la marmellata.
Non c’è sabbia là. Sono secondi, senza fine che trasformano il “forse” in “fu”.
E ogni segnatempo (contatori di vita?) ha un nome scritto sopra.
E la stanza è piena della lieve sibilo della gente che vive.
Immagina la scena.
E ora aggiungi un acuto ticchettio di osso su pietra, farsi più vicino.
Un’ombra scura attraversa il campo visivo, si muove senza fine lungo scaffali di sibilanti cristalli. Click, click. Qui un vetro con il bulbo superiore quasi vuoto. Dita ossute si alzano e si allungano. Scelgono. E un altro. Scelgono. E ancora, molte, molte volte.
Scelgono, scelgono.
E’ il lavoro del giorno. O lo sarebbe se i giorni esistessero qui.
Click, click. L’ombra scura si muove pazientemente lungo gli scaffali.
Si ferma, esita. Perché c’è un piccolo segnatempo d’oro, non molto più grande di un orologio.
Non c’era ieri, o non ci sarebbe stato se “ieri” fosse esistito qui.
Dita ossute si chiudono intorno e lo portano alla luce.
6
C’è un nome sopra, in piccole lettere maiuscole.
Il nome è “MORTE”.
Morte posa il segnatempo e poi lo riprende di nuovo. Le sabbie del tempo stavano già scendendo nella parte di sotto.
Egli lo girò sottosopra in via sperimentale, così, giusto per vedere. La sabbia continuò a scendere, solo che ora era dal basso verso l’alto. In realtà non si era aspettato nulla di diverso.
Questo stava a significare, nel caso i domani avessero potuto esistere qui, che non ce ne sarebbe stato alcuno. Non più.
C’era un movimento nell’aria dietro di lui.
Morte si girò lentamente e parlò alla figura che si muoveva indistintamente nell’oscurità:
PERCHE’? gli disse
MA QUESTO E’… NON GIUSTO.
Gli fu detto che NO, era giusto,
Non un muscolo si mosse nella faccia di Morte, anche perchè non ne aveva alcuno.
FARO’ APPELLO
Gli fu detto che avrebbe dovuto sapere che là non c’era appello. Mai nessun appello, mai nessun appello.
IO HO SEMPRE FATTO IL MIO DOVERE, SECONDO IL MIO GIUDIZIO.
La figura fluttuò più vicina. Somigliava vagamente ad un monaco col cappuccio grigio.
Disse, Lo sappiamo. Ecco perché ti permettiamo di tenere il cavallo.

Il sole era vicino all’orizzonte. Le creature con la vita più corta sul disco erano le effimere, che sopravvivono a malapena 24 ore. Due delle più vecchie zizagarono senza meta sopra le acque di un ruscello pieno di trote,
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discutendo di storia con alcuni membri più giovani della covata della sera .
“Oggi non c'è più il tipo di sole che c'era una volta”disse una di loro.
“Hai ragione. Avevamo un buon vecchio sole ai nostri tempi. Era più giallo. Non questa robaccia rossa”
“Era anche più in alto”
“Lo era. Hai ragione”
“E le ninfe e le larve mostravano un po’più di rispetto”
“Lo facevano, lo facevano,” disse un'altra effimera con veemenza.
“Io dico che se le effimere in queste ore si comportassero un po’meglio, noi avremmo ancora un sole giusto”
Le giovani effimere ascoltarono cortesemente.
“Ricordo”, disse una delle vecchie effimere “quando tutto attorno c’erano campi, Così lontano fino a dove arriva lo sguardo”
Le giovani effimere guardarono intorno
“Sono ancora campi” azzardò uno di loro, dopo un appropriato intervallo.
“Io ricordo quando erano campi migliori” disse la vecchia effimera bruscamente.
“Già,” disse il suo compagno. “E c’era una mucca!”
“E’ vero! Hai ragione! Io ricordo quella mucca!”
“Stava in piedi là per, oh, quaranta o cinquanta minuti. Era marrone mi ricordo”
“Non si vedono più mucche come quella oramai”
“Non si vedono proprio mucche!”
“Che cos’è una mucca?” disse uno appena nato
“Vedete!!” disse la più vecchia effimera trionfalmente.
“Queste effimere moderne! “ fece una pausa.
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“Cosa stavamo facendo prima di metterci a parlare del sole?”
“Zizagavamo senza meta sopra l’acqua” disse uno dei giovani insetti. Questo era un’affermazione giusta in qualsiasi momento.
“NO, prima di quello”
“Er.. tu stavi raccontandoci della Grande Trota”
“Ah!, Si giusto. La trota. Bene, vedete, se voi siete state delle brave effimere, zizagando su e giù in modo appropriato..”
“…prestando attenzione agli anziani e cercando di migliorare…”
“… Si, prestando attenzione agli anziani e migliorandovi, allora eventualmente la Grande Trota…”
Clop
Clop
“ Si?” chiese una delle giovani effimere.
Non ci fu risposta.
“La Grande Trota cosa?” chiese un’altra effimera, nervosamente.
Esse guardarono giù ad una serie di cerchi concentrici in espansione sull’acqua.
“Il sacro segno!” disse un’effimera. “Io ricordo che aveva cominciato a parlare di questo! Un grande cerchio nell’acqua! Questo sarebbe stato il segno della Grande Trota!”
La più vecchia delle giovani effimere guardò l’acqua pensosamente. Stava cominciano a realizzare quanto era successo, e in quanto la più anziana presente, ora aveva il privilegio di librarsi più vicino alla superficie.
“Loro dicono” disse l’effimera al cospetto della folla zizagante “che quando la Grande Trota viene per te, tu vai in una terra fluendo con .. fluendo con… “ Le effimere non mangiano. Non sapeva cosa dire. “fluendo con l’acqua” terminò in modo poco convincente.
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“Mi chiedo” disse la più vecchia effimera.
“Devono stare veramente bene là” disse la più giovane.
“Oh? Perché?”
“Nessuno mai ha voluto tornare indietro.”
Le cose più vecchie sul Mondo disco sono i famosi “Pini calcolatori”, che crescono dritti in permanenza sulla linea delle nevi delle alte montagne Ramtop.
Il Pino calcolatore è uno dei poco conosciuti esempi di evoluzione presa a prestito.
La maggior parte delle specie procede nell’evoluzione costruendola strada facendo, secondo le vie stabilite dalla Natura. E questo è tutto molto naturale ed organico e in accordo con i misteriosi cicli del cosmo, i quali credono che non ci sia nulla come milioni di anni di reale frustrazione, prove ed errori per dare una specie di fibra morale e, in qualche caso, una spina dorsale.
Questo è probabilmente bello dal punto di vista delle specie, ma di fronte alla prospettiva degli individui attualmente coinvolti può essere un vero maiale, o almeno un piccolo rettile rosa mangia-radici che potrebbe un giorno evolversi in un vero maiale.
Così i pini calcolatori evitarono tutto questo lasciando gli altri vegetali fare la loro evoluzione da soli.
Un seme di pino piantato ovunque sul Mondo disco, immediatamente sceglie il miglior codice genetico locale disponibile attraverso una risonanza morfica e cresce in qualunque cosa, adattandosi nel modo migliore al suolo e al clima, di solito facendo molto meglio degli stessi alberi nativi, a cui di solito si sostituisce.
Quello che fa il pino calcolatore è particolarmente degno di nota, comunque è per questo che vengono chiamati “calcolatori”.
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Essendo vagamente consapevoli che gli esseri umani avevano imparato a stabilire l’età di un albero contando gli anelli, i pini calcolatori originali decisero che questo era il motivo per cui gli umani abbattevano gli alberi.
Improvvisamente ogni pino calcolatore modificò il proprio codice genetico al fine di produrre, più o meno al livello degli occhi sul loro tronco, in chiare lettere, la loro età precisa. Nel corso di un anno furono abbattuti e quasi portati all’estinzione dall’industria delle targhe ornamentali dei numeri per abitazione e solo alcuni sopravvivono in speciali aree.
I sei pini calcolatori di questo gruppo di alberi stavano ascoltando il più vecchio, il cui tronco nodoso dichiarava l’età di 31.734 anni. La conversazione durò 74 anni, ma fu particolarmente veloce.
“Io ricordo quando tutto questo erano campi”
I pini guardarono intorno per migliaia di miglia di panorama. Il cielo scintillò come un cattivo effetto speciale in un film di viaggi nel tempo. La neve apparve, rimase per un istante e si sciolse.
“Cos’era quello?” disse il pino più vicino
“Ghiaccio. Se puoi chiamare questo ghiaccio. Noi avevamo dei veri ghiacciai in quei giorni. Non come questo ghiaccio che puoi vedere adesso, qui una stagione e andato la prossima. Rimanevano per secoli.
“Che cosa gli succedeva poi?”
“Andavano”
“Andavano dove?”
“Dove vanno le cose. Ogni cosa va sempre velocemente via”
“Wow. Questo era uno veloce.”
“Cos’era?”
“Quell’inverno, poco fa”
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“Chiami questo inverno? Quando io ero un alberello quelli sì che erano inverni”
Poi l’albero svanì.
Dopo una pausa scioccante di un paio di anni, uno del gruppo disse “Se ne è appena andato! Proprio come quello! Un giorno era qui il giorno dopo se ne era andato!”
Se gli altri alberi fossero stati umani, avrebbero strascicato i piedi.
“Succede giovanotto!” disse uno di loro con prudenza.
“E’ appena andato in un Posto Migliore* (* in questo caso, tre Posti Migliori: cancelli dei numeri 31,7 e 34 di Elm Street, Ankh –Morpork), puoi esserne certo. Egli era un buon albero”.
Un giovane albero, il più piccolo con appena 5.111 anni, disse “Che specie di Posto Migliore?”
“Non siamo sicuri” disse uno del gruppo. Tremò scomodamente come per una settimana di vento leggero “ ma noi pensiamo che ciò comporti ….segatura”.
Poiché gli alberi non erano in grado di comprendere alcun evento che avesse luogo in meno di un giorno, loro non sentirono mai il suono delle asce.

Windle Poons, il più vecchio mago dell’intera facoltà dell’Università Invisibile, casa della magia, della stregoneria e di grandi cene.
Era anche lui prossimo alla morte.
Lo sapeva, in qualche inconsistente ed incerto modo.
Naturalmente, meditò, mentre spingeva la sua sedia a rotelle sopra le pietre del pavimento verso il suo studio al pianterreno, in un qualche generico modo tutti sapevano di andare incontro alla morte, almeno le persone comuni.
Nessuno sapeva dove fosse prima di essere nato,
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ma dal momento della nascita non ci voleva molto prima di scoprire di essere arrivato con il biglietto di andata e ritorno già timbrato
Ma i maghi lo sapevano per certo. Non nel caso di morte violenta o omicidio, naturalmente, ma se la causa di morte era semplicemente il normale trascorrere della vita, allora….bene, lo sapevano. In genere avevano delle premonizioni, in tempo per restituire il libro preso in prestito dalla biblioteca ed essere sicuri che il vestito migliore sia pulito ed esservi fatto prestare una consistente somma di denaro dagli amici.
Aveva 130 anni. Si rendeva conto che aveva passato gran parte della vita da vecchio. In realtà non gli sembrava molto equo.
E nessuno aveva detto nulla. Lo aveva fatto presente nella Stanza Non Comune la settimana prima, e nessuno aveva afferrato il suggerimento. E durante il pranzo di oggi loro non gli avevano proprio parlato. Perfino i suoi migliori amici lo avevano evitato, e lui non stava nemmeno tentando di farsi dare dei soldi in prestito.
Era come quando nessuno si ricorda del tuo compleanno, anzi era peggio.
Stava andando a morire tutto solo, e non importava a nessuno.
Aprì la porta con un colpo della ruota della sedia e armeggiò sul tavolo con il contenitore per l'esca, l'acciarino e la pietra focaia.
Quella era un’altra cosa.
A stento qualcuno usava ancora un acciarino al giorno d’oggi. Essi compravano dei grossi, puzzolenti fiammiferi gialli fatti dagli alchimisti. Windle disapprovava questo. Il fuoco era importante. Non era accettabile che si accendesse senza sforzo, non era rispettoso. Questa era la gente al giorno d’oggi, sempre in fretta e furia e… fuochi.
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Si, faceva molto più caldo nei vecchi tempi . Il tipo di fuochi che c’era attualmente non scaldava a meno che tu non ci stessi vicino o addirittura sopra. Era qualcosa nel legno… ecco era sbagliato il tipo di legno. Ogni cosa era sbagliata oggigiorno. Più esile. Più confusa.. Non una vera vita in nulla. E i giorni erano più corti. Mmm. Qualcosa era andato per il verso sbagliato con i giorni. Erano giorni più corti. Mmm. Ogni giorni ci metteva un secolo a passare, almeno quelli singoli, perché i giorni al plurale passavano in una fuga precipitosa.
Non erano molte le cose che le persone volevano facesse un mago di 130 anni e Windle aveva preso l’abitudine di arrivare a tavola due ore prima dei pasti, semplicemente per passare il tempo.
Giorni senza fine. Che passavano veloci. Non aveva senso. Mmm. Badate bene, non lo stesso senso che si poteva trovare ai vecchi tempi.
E lasciavano che l’Università fosse diretta da ragazzi, adesso. Ai vecchi tempi c’erano dei veri maghi, una parata di maghi grandi e grossi, i tipi di maghi su cui potevi contare. Poi improvvisamente tutti loro erano andati da qualche parte e Windle veniva guardato dall’alto da quei ragazzi i quali avevano ancora alcuni dei propri denti. Come quel giovane Ridcully. Windle lo ricordava chiaramente. Giovanotto magro, con le orecchie a sventola, col moccio al naso, che chiamava piangendo la mamma nel dormitorio la prima notte. Sempre a far danni.
Qualcuno aveva tentato di spiegare a Windle che Ridcully era l’Arcicancelliere adesso. Mmm. Dovevano pensare che lui fosse uno sciocco.
Dov’era quel dannato acciarino? Dita… Si usavano nel modo giusto le dita ai vecchi tempi….
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Qualcuno tolse la copertura della lanterna. Qualcun altro mise qualcosa da bere fra le sue mani tremanti.
“Sorpresa!!”

Nell’anticamera della casa di Morte c’è un orologio che ha come pendolo una lama, ma non ha le lancette, perché nella casa di Morte non esiste lo scorrere del tempo, solo il presente. (C’era, naturalmente un presente di prima e un presente di adesso, ma questo era anche sempre il presente. Solo un po’ più vecchio.)
Il pendolo è una lama che avrebbe fatto cambiare mestiere ad Edgar Allan Poe, e l’avrebbe fatto ricominciare da capo come attore muto in un circuito teatrale della commedia dell’arte.
Dondola con un debole suolo whum-whum gentilmente affettando sottili strisce della pancetta dell’eternità.
Morte camminò impettito oltre l’orologio e nella cupa oscurità del suo studio. Albert, il suo servo, lo aspettava con un asciugamano e un grembiule.
“Buon giorno, signore”
Morte si sedette silenziosamente nella sua grande poltrona. Albert drappeggiò l’asciugamano sulle spalle ossute.
“Un’altra bella giornata,” disse in modo per fare conversazione.
Morte non disse niente.
Albert agitò la stoffa a per lucidare poi tirò indietro il cappuccio di Morte.
ALBERT
“Signore?”
Morte estrasse il piccolo segnatempo d’oro.
VEDI QUESTO?
“Sì, signore. Molto grazioso. Non lo avevo mai visto prima. Di chi è?”
MIO
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Gli occhi di Albert guardarono intorno. Su un angolo della scrivania di Morte c’era un grande segnatempo in una cornice nera. Non conteneva sabbia.
“Pensavo che questo fosse il suo, signore!” disse
COSI’ ERA. ADESSO E’ QUESTO. UN REGALO DI PENSIONAMENTO. DALLO STESSO AZRAEL IN PERSONA.
Albert sbirciò la cosa sulla mano di Morte.
“Ma… la sabbia, signore, sta scorrendo”
COSI’ E’
“Ma questo significa… Voglio dire…?”
SIGNIFICA CHE UN GIORNO LA SABBIA SARA’ TUTTA ANDATA, ALBERT.
“Questo lo so, signore, ma …Lei… Credevo che il Tempo fosse una cosa che riguardava le persone comuni, signore. Non era così? Non lei, signore” Alla fine della frase la voce di Albert era implorante.
Morte tirò via l’asciugamano e si alzò.
VIENI CON ME
“Ma lei è la Morte, signore” disse Albert correndo come un granchio dietro all’alta figura attraverso l’anticamera e giù verso la stalla. “Questo è una specie di scherzo, vero?” aggiunse pieno di speranza.
NON SONO NOTO PER IL MIO SENSO DELL’UMORISMO.
“Bene, naturalmente no, no senza offesa. Ma ascolti, lei non può morire, perché lei è la Morte, non dovrebbe accadere a Lei, è come un serpente che si morde la coda”
TUTTAVIA. STO MORENDO. NON C’E’ APPELLO.
“Ma che cosa sarà di me?” chiese Albert. Il terrore luccicava nelle sue parole come una scheggia di metallo sull’orlo di un coltello
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Mi accorsi di non essere morto quando mi resi conto di riflettere sui motivi che portarono alla mia morte...
26/01/2007 12:06
 
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CI SARA’ UNA NUOVA MORTE.
Albert si tirò su
“Io veramente non penso che ce ne voglia una nuova, signore” disse.
ALLORA TORNA NEL MONDO. TI DARO’ DEI SOLDI. SEI STATO UN BUON SERVO, ALBERT
“Ma se tornerò nel mondo…”
SI’, disse Morte. TU MORIRAI.
Nella calda oscurità della stalla per i cavalli, il pallido cavallo di Morte guardò su dalla sua avena e fece un piccolo nitrito di benvenuto. Il nome del cavallo era Binky ed era un cavallo vero. Morte aveva provato destrieri ardenti e cavalli scheletrici in passato, ma li aveva trovati impraticabili, specialmente quelli ardenti, i quali tendevano a dare fuoco al proprio letto rimanendo in piedi al centro guardando imbarazzati. Morte tolse la sella dal suo gancio e gettò uno sguardo ad Albert che stava soffrendo una crisi di coscienza.
Migliaia di anni prima, Albert aveva scelto di servire Morte piuttosto di morire. Egli era effettivamente immortale. Il tempo reale era proibito nel regno di Morte. C’era solo un continuo cambiamento ma questo durava per un lunghissimo tempo. Lui aveva vissuto più o meno due mesi di tempo effettivo. Egli faceva incetta di giorni come se fossero lingotti d’oro.
“Io, er…” cominciò “Cioè..”
HAI PAURA DI MORIRE?
“Non è quello, Io non voglio… credevo, avevo sempre… è solo che quest’abitudine alla vita è dura da perdere…”
Morte lo guardò con curiosità,
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come si potrebbe guardare uno scarafaggio che si era capovolto sulla schiena e non riusciva più a girarsi.
Alla fine Albert stette zitto.
CAPISCO, disse Morte, sganciando le briglie di Binky
Ma lei non sembra preoccupato! Lei sta veramente morendo?”
SI’, SARA’ UNA GRANDE AVVENTURA.
“Sarà? Lei non ha paura?”
NON SO COSA SIGNIFICHI AVERE PAURA.
“Potrei mostrarle come si fa, se le fa piacere” azzardò Albert.
NO. MI PIACEREBBE IMPARARE DA SOLO. ALLA FINE SAPRO’ COME SI FA.
“Signore… se lei se ne va, ci sarà..?”
UNA NUOVA MORTE SORGERA’ DALLE MENTI DEGLI ESSERI VIVENTI, ALBERT.
Albert lo guardò sollevato “Lei non è in grado di sapere come sarà? Vero?”
NO
“Forse sarebbe meglio, che ne dice, pulire un poco il posto, fare un inventario, questo tipo di cose?”
BUONA IDEA, disse Morte il più gentilmente possibile.
QUANDO VEDRO’ LA NUOVA MORTE, TI RACCOMANDERO’ CALOROSAMENTE.
“Oh, lo vedrà poi?”
OH, SI. E ADESSO DEVO ANDARE.
“Così presto?”
CERTAMENTE. NON DEVO SPRECARE TEMPO! Morte sistemò la sella, e poi estrasse il piccolo segnatempo sistemandolo fieramente sotto il naso di Albert.
GUARDA! HO TEMPO, ALLA FINE HO TEMPO!
Albert si allontanò nervosamente.
18
“E adesso che ce l’ha che cosa ne vuole fare?” disse
STO ANDANDO A SPENDERLO.

Il party era in pieno svolgimento. Lo striscione con la scritta “Arrivederci Windle 130 gloriosi anni” stava languendo nel calore. Le cose stavano arrivando al punto dove non c’è più niente da bere tranne il punch e niente da mangiare tranne una strana salsina gialla con delle tortillas altamente sospette cui nessuno badava.
I maghi chiacchieravano con quell’allegria forzata che usa la gente che sta insieme tutto il giorno e sta ora insieme tutta un’altra sera.
In mezzo a tutto quello stava Windel Poons seduto con un enorme bicchiere di rum e un grazioso cappellino sulla testa. Era quasi in lacrime.
“Una vera Festa di Addio” continuava a mormorare “Non ne avevamo avuto più nessuna da quando il Vecchio Scratcher Hocksole Se Ne Andò” era chiaro che stava usando lettere maiuscole per il suo discorso “Nell’anno, mm, l’anno della Tartaruga, mm, minacciosa. Pensavo che lo avessero dimenticato”
“Il bibliotecario ha fatto ricerche sui dettagli per noi,” disse l’Economo, indicando il grosso orango che stava tentando di suonare una trombetta da party. Ha anche fatto la salsina di banana. Spero che qualcuno la mangi in fretta.”
Si abbassò
“Posso portarle ancora dell’insalata di patate?” chiese con tono deliberatamente alto usato per parlare con gli imbecilli e le persone anziane.
Windle portò la mano tremante all’orecchio
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“Cosa, Cosa?”
“Ancora insalata Windle?”
“No grazie”
“Un altro po’ di salsiccia?”
“Cosa?”
“Salsiccia!”
“Mi fa venire un terribile gas, per tutta la notte” disse Windle.
Ci pensò su per un momento, e poi ne prese il cinque.
“Er,” gridò l’Economo “ Lei sa per caso che ora...?”
“Eh?”
“A che ora?”
“Alle nove e mezza” disse Windle, prontamente sebbene in modo indistinto.
“Bene, buona cosa” disse l’Economo “ Le da il resto della serata, er, libera”.
Windle rovistò negli orribili recessi della sua sedia a rotelle, un cimitero di vecchi cuscini, libri con le orecchie e antichi dolci mezzo succhiati. Sventolò un piccolo libro foderato di verde e lo mise fra le mani dell’Economo.
L’Economo lo rigirò. Scarabocchiate sulla copertina c’erano le parole: Diario di Windle Poons. Un pezzo di pancetta faceva da segnalibro nella pagina di quel giorno.
Sotto “Cose da fare” con calligrafia indecifrabile era scritto: Morire.
L’Economo non poté trattenersi dal girare la pagina.
Si. Sotto la data di domani, “Cose da fare”: Nascere.
Il suo sguardo fisso scivolò lateralmente ad un piccolo tavolo a lato della stanza.
Nonostante il fatto che la stanza fosse completamente affollata
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c’era un’area di pavimento libera intorno al tavolo, come se in qualche modo ci fosse una sorta di spazio riservato che nessuno voleva invadere.
C’erano state istruzioni speciali per la cerimonia della “partenza” riguardo il tavolo. Doveva avere una tovaglia nera, con sopra ricamati alcuni simboli magici. Doveva esserci un piatto, contenente una selezione delle migliori tartine. Doveva esserci un bicchiere di vino. Dopo numerose discussioni fra i maghi alla fine era stato aggiunto un biglietto divertente.
Avevano tutti uno sguardo ansioso.

L’Economo estrasse il suo orologio e con un colpo aprì il coperchio.
Era uno di quelli stravaganti orologi da tasca con le lancette. Segnava le nove e un quarto. Lo scosse. Un piccolo sportello si aprì sotto le ore 12 e un piccolissimo demone mise fuori la testa e disse “La smetta di battere, capo, sto pedalando più veloce che posso”.
Richiuse l’orologio e guardò ancora intorno disperatamente. Nessun altro sembrava ansioso di avvicinarsi a Windle Poons. L’Economo capì che toccava a lui fare una conversazione gentile. Considerò i possibili argomenti. Tutti presentavano degli inconvenienti.
Windle Poons gli venne in aiuto.
“Sto pensando di rinascere come donna” disse in modo colloquiale.
L’Economo aprì e richiuse la bocca più volte.
“Non vedo l’ora” aggiunse Poons “Penso che, mm, probabilmente sarebbe parecchio divertente”
L’Economo rifletté disperatamente attraverso il suo limitato
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repertorio di chiacchiere relative alle donne. Egli si abbassò verso il grinzoso orecchio di Windle
“Questa scelta non implica” tentò senza scopo “Cosa da lavare? E fare letti e cucinare e tutto questo tipo di cose?”
“Non è questo il genere di, mm, vita che avevo in mente” disse Windle fermamente.
L’Economo chiuse la bocca. L’Arcicancelliere sbatté sul tavolo con il cucchiaio.
“Fratelli..” cominciò facendo un tentativo per avere un po’ di silenzio. Questo scatenò un sonoro e irregolare coro di acclamazioni.
“..Come tutti potete vedere, noi siamo qui stanotte per festeggiare, ah, il pensionamento” -risata nervosa- “del nostro vecchio amico e collega Windle Poons. Sapete, vedendo il vecchio Windle seduto qui stanotte, mi viene in mente, con un po’ di fortuna la storia della mucca con tre gambe di legno. Sembra che ci fosse questa mucca, e…”
L’Economo lasciò vagare la mente. Conosceva la storia. L’Arcicancelliere rovinava sempre la battuta finale, e in ogni caso aveva altre cose in mente.
Egli tornò a guardare la piccola tavola.
L’Economo era di animo gentile e nervoso, e completamente soddisfatto del suo lavoro. A parte ogni altra cosa, nessun altro mago lo voleva. Molti maghi volevano, per esempio essere Arcicancelliere, o a capo di uno degli otto ordini di maghi, ma praticamente nessun mago voleva trascorrere un mucchio di tempo in un ufficio disordinato con troppa carta e facendo somme. Tutto il lavoro d’ufficio
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dell’Università tendeva ad accumularsi nell’ufficio dell’Economo, Questo significava che lui andava a letto stanco la notte, ma almeno dormiva saporitamente e non doveva controllare troppo che ci fossero inaspettatamente degli scorpioni nella camicia da notte.
Uccidere un mago di alto grado era un sistema riconosciuto di avanzamento negli ordini. Comunque solamente un’altra persona che avesse ricavato un tranquillo piacere dalle colonne di numeri, ben incolonnati, avrebbe potuto voler uccidere l’Economo e le persone di questo stampo non sono portate all’omicidio* (*almeno fino al giorno in cui, improvvisamente raccolga un tagliacarte e si faccia strada attraverso la contabilità industriale e nella storia forense ).
Ricordò la sua infanzia, remota, nelle montagne Ramtop. Lui e sua sorella erano soliti lasciare un bicchiere di vino e della torta ogni “Notte-della-posta-del-cinghiale” per Babbo Cinghiale. Le cose erano state diverse, allora. Lui era molto più giovane, non sapeva molto e probabilmente era molto più felice.
Per esempio, non sapeva che un giorno sarebbe diventato un mago e insieme con gli altri maghi avrebbe lasciato un bicchiere di vino, della torta, dei vol-au-vent di pollo piuttosto sospetti e un cappello da party per…
…. qualcun altro.
C’erano stati anche dei party della Notte-della-posta-del-cinghiale quando era un ragazzino. Questi seguivano sempre un certo modello. Solo quando tutti i bambini erano folli di eccitazione, uno degli adulti diceva, furbescamente “Penso che stia per arrivare un visitatore speciale” e straordinariamente come ad un segnale, si sentiva un sospetto tintinnio di campanelli all’esterno della finestra ed entrava…
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… entrava….
L’Economo scosse la testa. Il nonno di qualcuno e con i baffi finti, naturalmente. Qualche gaio vecchio ragazzo con un sacco di giocattoli, che batteva gli stivali per farne cadere la neve. Qualcuno che ti dava qualcosa.
Mentre invece stanotte…
Naturalmente, il vecchio Windle probabilmente la pensava diversamente da lui. Dopo 130 anni, la morte aveva probabilmente una certa attrattiva. Magari cominciavi ad avere un tranquillo interesse di scoprire che cosa accade dopo.
L’aneddoto contorto dell’Arcicancelliere stava arrivando faticosamente verso la fine. L’assemblea dei maghi rise doverosamente e poi tentò di capire dove era lo scherzo.
L’Economo guardò di nascosto il suo orologio. Segnava le nove e venti.

Windle Poons fece un discorso. Era lungo, incoerente e sconnesso e parlava dei bei vecchi tempi e lui sembrava pensare che la maggior parte delle persone intorno lui erano persone che erano, in effetti, morte da più o meno cinquant’anni, ma non importava perché, tanto, avevano preso l’abitudine di non ascoltare il vecchio Windle.
L’Economo non riusciva a distogliere gli occhi dall’orologio. Dall’interno proveniva il cigolio dei pedali del demone che stava pedalando lungo la sua strada verso l’infinito.
Venticinque minuti dopo le nove.
L’Economo si chiedeva come la cosa dovesse accadere. Si sarebbero sentiti (… penso che stia per arrivare un visitatore molto speciale ..) un pestare di zoccoli all’esterno?
Sarebbe passato dalla porta oppure attraverso di essa? Egli era famoso per
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la sua abilità ad entrare in luoghi sigillati, specialmente in luoghi sigillati, se voi ci pensaste logicamente. Sigillatevi in qualunque luogo ed è solamente una questione di tempo.
L’Economo sperò che Egli avrebbe usato la porta nel modo giusto. Aveva già i nervi abbastanza tesi.
Il livello delle conversazioni stava declinando. Molti maghi, notò l’Economo, lanciavano sguardi verso la porta.
Windle era al centro di un cerchio che si andava tatticamente ampliando. Nessuno stava attualmente evitandolo, era solo che un apparente moto browniano stava gentilmente allontanando tutti da lui.
I maghi possono vedere Morte. E quando un mago muore, Morte arriva di persona per scortarlo verso l’Aldilà. L’Economo si chiese perché questo fosse considerato in modo positivo..
“Non capisco che cosa stanno guardando tutti”, disse Windle allegramente.
L’economo aprì il suo orologio.
Lo sportello sotto le 12 si spalancò.
“ Può smetterla con tutto questo scuotimento? “ strillò il demone “Sto perdendo il conto”.
“Scusa” sibilò l’Economo. Erano le nove e ventinove.
L’Arcicancelliere fece un passo avanti.
“Addio, allora, Windle” disse scuotendo la mano secca come pergamena del vecchio “questo vecchio posto non sarà più lo stesso senza di te”
“ Non so come ce la caveremo” disse l’Economo con gratitudine.
“Buona fortuna per la prossima vita,” disse il Decano “Passa a farci una visitina se mai starai passando di qui e ti capiterà di ricordare chi eri stato.”
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“Non sarai un estraneo, hai sentito?” disse l’Arcicancelliere.
Windle Poons accennò col capo amabilmente. Non aveva sentito una parola di quello che avevano detto. Annuiva per principio generale.
I maghi, come un sol uomo, voltarono la faccia verso la porta.
Lo sportello sotto le 12 scattò ancora verso l’alto.
“Bing bing bong bing” disse il demone. “Bingely bingely bong bing bing”
“Cosa?” disse l’Economo sobbalzando.
“Nove e mezza” disse il demone.
I maghi si girarono verso Windle Poons. Lo guardavano con aria vagamente accusatoria.
“Che cosa state guardando tutti?” chiese.
La seconda lancetta dell’orologio schizzò in avanti.
“Come ti senti?” chiese il Decano ad alta voce.
“Mai stato meglio” disse Windle. “ Non c’è ancora un po’ di questo, mm, rum avanzato?”
I maghi in assemblea lo guardarono versarsi una generosa dose di rum nel bicchiere.
“Puoi andarci piano con quella roba” disse il Decano nervosamente.
“Alla salute!” disse Windle Poons
L’Arcicancelliere tambureggiava con le dita sul tavolo.
“Signor Poons” disse “sei proprio sicuro?
Windle era partito per la tangente “Niente più di quelle tortillas? Non che si possa chiamare propriamente cibo” disse “inzuppare pezzi di biscotti durissimi in un intruglio, cosa c’è di tanto speciale in quello? Che cosa non darei adesso per una delle famose tortine di carne di Mr. Dibber…”
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E poi morì.
L’Arcicancelliere lanciò uno sguardo ai colleghi maghi poi attraversò la sala in punta di piedi fino alla sedia a rotelle e prese il polso segnato da vene blu alla ricerca di una pulsazione. Scosse la testa.
“Questo è il modo in cui voglio andarmene” disse il Decano
“Come, borbottando di tortine di carne?” chiese l’Economo.
“No, tardi”
“Aspettate, aspettate” disse l’Arcicancelliere “Questo non è giusto, sapete. Secondo la tradizione, Morte stesso viene per la morte di un mag…”
“Forse era occupato” disse l’Economo frettolosamente
“Vero” disse il Decano “C’è una grave epidemia di influenza dalle parti di Quirm, direi”.
“Anche una bella tempesta la notte scorsa. Un mucchio di naufragi, suppongo,” disse il Lettore delle Rune Recenti.
“E naturalmente è primavera, quando cadono molte valanghe in montagna”.
“E pestilenze”.
L’Arcicancelliere si lisciò pensierosamente la barba.
“Hmmm” disse.

Soli fra tutte le creature del mondo, i trolls credono che tutte le cose viventi vadano indietro nel Tempo. Se il passato è visibile e il futuro è oscuro, essi sostengono, dunque ciò significa che voi lo state affrontando nel modo sbagliato. Ogni cosa vivente sta andando attraverso la vita girato all’indietro. E questa è veramente un’idea interessante, considerato che e’ stata inventata da una razza che passa la maggior parte del proprio tempo a colpirsi l’un l’altro sulle testa con le pietre.
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In qualsiasi modo stiano le cose, il Tempo è qualcosa che tutte le creature viventi possiedono.
Morte galoppò giù attraverso nubi nere e torreggianti.
E adesso anche lui aveva del Tempo.
Il tempo per spassarsela, finalmente.

Windle Poons scrutò attentamente nell’oscurità.
“Hallo?” disse. “Hallo, C’è nessuno qui? Come va?”
C’era un distante fievole mormorio, come di vento alla fine di un tunnel.
“Venite fuori, venite fuori, ovunque voi siate” disse Windle la cui voce tremava con folle allegria.
“Non abbiate timore. Sto aspettando questo momento da tempo, a dire il vero”
Batté le mani, le sue mani spirituali, e le fregò insieme con entusiasmo forzato.
“Muovetevi. Alcuni di noi hanno nuove vite dove andare” disse.
L’oscurità rimase inerte. Non c’era nessuna sagoma, nessun suono. Era vuoto, senza forma. Lo spirito di Windle si mosse sulla superficie dell’oscurità.
Scosse la testa “Accidenti questo è uno scherzo!” mormorò “ Questo non è affatto corretto”.
Stette ad aspettare per un po’ poi, dato che là sembrava non esserci niente altro per lui, andò verso la sola casa che aveva mai conosciuto.
Era una casa che aveva occupato per 130 anni. Che non si aspettava il suo ritorno e che oppose
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un po’ di resistenza. Bisognava essere o molto deciso o molto potente per superare quel genere di cosa, ma Windle Poons era stato un mago per più di un secolo. Inoltre era come irrompere in casa propria, la vecchia proprietà familiare nella quale avevi vissuto per molti anni. Sapevi dove, metaforicamente, le finestre non chiudevano bene.
In breve Windle Poons ritornò ad essere Windle Poons.

I maghi non credono negli dei allo stesso modo in cui la maggior parte della gente non ritiene necessario credere, per esempio, nei tavoli. Sapevano che erano là, sapevano che erano là per uno scopo. Loro probabilmente erano d’accordo di sapere che avevano un posto in un universo ben organizzato, ma non vedevano in questo un buon motivo per credere e per andare in giro dicendo “Oh grande Tavolo, senza di Te siamo nulla”. Tuttavia sia che gli dei siano là che tu ci creda o no o se esistono solo in funzione della fede, in entrambi i casi si può pure ignorare l’intera faccenda oppure fare finta di niente.
Tuttavia, c’è una piccola cappella fuori dalla grande sala dell’Università Invisibile, perché, mentre i maghi davano retta alla filosofia come spiegato più sopra, non si diventa un bravo mago prendendo per il naso gli dei anche se quei nasi esistono solo in senso etereo o metaforico. Perché, mentre i maghi non credono negli dei, essi ritengono sia un dato di fatto che gli dei credono negli dei.
E in questa cappella stava deposto il corpo di Windle Poons.
L’Università aveva istituito ventiquattr’ore
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di veglia sin dall’imbarazzante affare trent’anni prima con il defunto Prissal “Buon Burlone” Teatar.
Il corpo di Windle Poons aprì gli occhi. Due monete tintinnarono sul pavimento.
Le mani , incrociate sul petto si aprirono.
Windle sollevò la testa. Qualche idiota aveva messo un candido giglio sul suo stomaco.
I suoi occhi ruotarono lateralmente. C’era una candela a ogni lato della testa.
Sollevò di nuovo la testa.
C’erano anche due candele in fondo.
Ringraziando il vecchio Teatar, egli pensò, altrimenti starei già guardando la parte inferiore di una qualche cassa di pino a buon mercato.
Gradevole pensiero, pensò. Sto pensando. Chiaramente.
Wow.
Windle tornò a stendersi sentendo lo spirito riempire di nuovo il suo corpo come scintillante metallo liquefatto che scorre attraverso uno stampo. Pensieri caldi e bianchi bruciarono attraverso l'oscurità del suo cervello, mettendo in moto neuroni indolenti.
Non era mai stato così quando ero vivo.
Ma non sono morto.
Non vivo e non morto.
Una specie di non vivo.
O non morto.
Oh dei!
Si tirò su. Muscoli che non avevano lavorato in modo giusto per settanta o ottant’anni si contrassero in un’attività frenetica. Per la prima volta nella sua intera vita, si corresse, meglio dire “periodo di esistenza”
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il corpo di Windle Poons era interamente sotto il controllo di Windle Poons. E lo spirito di Windle Poons non stava ad ascoltare la sfacciataggine di un gruppo di muscoli.
Ora il corpo si mise in piedi. Le ginocchia fecero qualche resistenza per un po’, ma non erano molto più brave a sostenere un attacco violento di forza di volontà di una zanzara malata l’attacco di uno scacciamosche.
La porta della cappella era chiusa a chiave. Tuttavia Windle trovò che una pressione sola era sufficiente per tirare la serratura fuori dal legno e lasciare impronte digitali nel metallo del chiavistello.
“Oh santo cielo!” disse.
Pilotò se stesso lungo il corridoio.
Il distante acciottolio di stoviglie e il brusio di voci suggerivano che uno dei quattro pasti quotidiani dell’Università fosse in pieno svolgimento.
Era curioso di sapere se gli era permesso mangiare da morto. Probabilmente no, pensò.
E poteva mangiare in ogni modo? Non era che lui non sentisse fame. Era solo che …bene, lui sapeva come pensare, e camminare e muoversi era solo questione di contrarre alcuni nervi abbastanza ovvi, ma come esattamente lavorava uno stomaco?

Cominciò ad esser chiaro a Windle che il corpo umano non è gestito dal cervello, nonostante l’opinione del cervello sulla questione. Infatti è gestito da una dozzina di complessi sistemi automatici, tutti che vanno avanti ronzando e cigolando con quel genere di precisione che non si nota finché non si rompe.
Osservò se stesso dalla sala di controllo del suo cranio. Guardò alla fabbrica chimica e silenziosa del suo fegato con lo stesso sentimento angosciante con il quale un costruttore di canoe osserverebbe i controlli di una grande petroliera.
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I misteri dei suoi reni aspettavano che Windle ottenesse la padronanza del controllo renale. Che osa era veramente una milza, se ci pensavi bene? E come si fa a farla funzionare?
Il suo cuore si contrasse.
O piuttosto non lo fece.
“Oh dei” mormorò Windle, e si appoggiò al muro. Come funzionava? Pungolò un poco alcuni promettenti nervi. Era sistolico…diastolico…sistolico…diastolico…? E poi c’erano anche i polmoni…
Come un prestigiatore che regge diciotto piatti roteanti allo stesso tempo – come un uomo che tenta di programmare il videoregistratore con un manuale di istruzioni tradotto dal giapponese in olandese da un traduttore coreano. Come un uomo, infine, seriamente e senza mezzi termini nella ricerca dell’autocontrollo totale, Windle Poons barcollò in avanti.
I maghi dell’Università Invisibile tenevano in gran conto il fare abbondanti e sostanziosi pasti. Un uomo non può aspettarsi di fare un qualunque genere di magia, senza sostenersi con zuppa, pesce, cacciagione, diversi piatti di carne, una torta salata o due qualcosa di grande e tremolante con sopra la crema, piccole saporite cose sui toast, frutta , noci e una grossa mattonella di gelato alla menta con il caffé. Dava loro qualcosa per foderare lo stomaco. Era anche importante che i pasti fossero serviti a ore regolari. Era quello che dava sostanza alla giornata, dicevano.
Eccetto che per l’Economo, naturalmente. Egli non mangiava molto, ma viveva dei suoi nervi. Egli era certo di essere anoressico, perché ogni volta che si guardava nello specchio vedeva un uomo grasso. Era l’Arcicancelliere in piedi dietro di lui che lo sgridava.
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Ed era sfortunatamente destino dell’Economo essere seduto di fronte alle porte quando Windle Poons le sfondò, perché era molto più comodo che trafficare scioccamente con le mani.
Morsicò da una parte all’altra il suo cucchiaio di legno.
I maghi ruotarono sulle loro panche sgranando gli occhi.
Windle Poons ondeggiò per un momento, mettendo insieme il controllo delle corde vocali, labbra e lingua, e poi disse “Io penso di essere in grado di metabolizzare l’alcol”
L’Arcicancelliere fu uno dei primi a recuperare.
“Windle!” disse. “Pensavamo che tu fossi morto!”
Si rese conto che questa non era una buona battuta. Non si mette la gente su di una lastra con le candele e i gigli tutto attorno perché si pensa che essi abbiano un tantino di mal di testa e vogliano fare un breve pisolino per una mezz’ora.
Windle fece alcuni passi avanti. I maghi più vicini fecero del loro meglio per allontanarsi.
“Io sono morto, maledetto ragazzino pazzo” borbottò “ Pensate che io andai in giro in questo modo per tutto il tempo? Santo cielo.” Guardò in cagnesco l’assemblea magica. “Nessuno qui sa quello che si suppone faccia una milza?”
Arrivò alla tavola e riuscì a sedersi.
“Probabilmente qualcosa che ha a che fare con la digestione” disse “Che strano. Si può passare una vita intera quelle con quelle maledette cose che continuano a funzionare o qualunque cosa fa gorgogliando non sai mai per davvero a che diavolo servono. E’ come quando sei nel letto la notte e senti il tuo stomaco o qualcosa fare pripple-ipple-goinning. E’ solo un gorgoglio per te, ma chi sa quali processi di scambio chimico meravigliosamente complessi stiano realmente avvenendo…”
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“Sei un non-morto?” chiese l’Economo, riuscendo finalmente a trovare le parole.
“Non ho chiesto io di esserlo” disse il defunto irritabile Windle Poons, osservando il cibo e chiedendosi come diavolo poteva trasformarlo in Windle Poons.
“Io sono solo tornato indietro perché non c’era nessun altro posto dove andare. Pensate che io voglia essere qui?”
“Ma sicuramente” disse l’Arcicancelliere “ il tizio…sai, quello con teschio e falce…”
“Mai visto” disse Windle, brevemente, ispezionando i piatti più vicini. “Veramente, ti scombussola questo essere non-morto”
I maghi si facevano segnali frenetici l’un l’altro sopra la sua testa. Egli guardò su verso di loro con sguardo truce.
“E non pensate che io non possa vedere tutti i vostri frenetici segnali” disse. Ed era meravigliato di accorgersi che questo era vero. Occhi che avevano visto oltre sessant’anni attraverso un pallido, sfocato velo erano stati costretti a entrare in azione come il più fine congegno per la vista.
Di fatto due correnti principali di pensiero stavano occupando le menti dei maghi dell’Università Invisibile.
Quello che stava pensando la maggior parte dei maghi, era: questo è terribile, è realmente il vecchio Windle là? Era un vecchietto tanto dolce. Come possiamo liberarcene? Come possiamo liberarcene?
Quello che Windle Poons stava pensando nella cabina di comando ronzante e lampeggiante del suo cervello era: Bene, è vero. C’è una vita dopo la morte. Ed è la stessa. Che sfortuna!.
“Bene” disse “Cos’avete intenzione di fare?”
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Era cinque minuti più tardi. Mezza dozzina dei maghi più anziani andavano di fretta lungo i corridoi pieni di spifferi sulla scia dell’Arcicancelliere, la cui lunga veste ondeggiava dietro a lui.
La conversazione era più o meno questa:
“Deve essere Windle! Si è sempre espresso così lui”
“Non è il vecchio Windle. Il vecchio Windle era molto più vecchio”
“Più vecchio? Più vecchio che morto?”
“Ha detto che rivuole indietro la sua camera da letto e io non vedo perché debba spostarmi…”
“Avete visto i suoi occhi? Come un succhiello!”
“Eh? Cosa? Cosa intendi? Intendi come quel nano che gestisce quel negozio di specialità gastronomiche in Cable Street?”
“Intendo come se ti scavassero un foro dentro”.
“…C’è una deliziosa vista sui giardini e io ci ho messo tutta la mia roba e non è giusto…”
“E’ mai successo questo prima?”
“Bene, ci fu il vecchio Teatar…”
“Si’, ma lui non era morto sul serio, lui si limitò a mettersi un po’ di pittura verde sulla faccia e spingere il coperchio fuori alla cassa da morto e gridare “Sorpresa, sorpresa”…”
“ Non abbiamo mai avuto uno zombie qui.”
“E’ uno zombie?”
“Credo di sì..”
“Questo significa che suonerà le pentole come tamburi e farà questo ballo etnico poi tutta la notte?”
“ E’ questo quello che fanno?”
“Il vecchio Windle? Non sarebbe il suo modo di fare. Non gli è mai piaciuto molto ballare quando era vivo…”
“In ogni caso, tu non puoi credere in questi dei voodoo. Mai credere in un dio che ghigna tutto il tempo e indossa un cappello a cilindro, questo è il mio motto.”
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“…che io sia dannato se darò indietro la mia camera da letto a uno zombie, dopo aver aspettato anni per averla…”
“E’ così? Questo è un motto divertente”

Windle Poons se ne andò di nuovo a zonzo all’interno della sua testa.
Strana cosa, questa. Adesso che era morto, o non più vivente, o qualunque cosa fosse, la sua mente sentiva più chiaramente di quanto non avesse mai fatto prima.
E il controllo sembrava anche essere semplice. Lui non doveva infastidire troppo l’intero sistema respiratorio, la milza sembrava lavorare a modo suo, i sensi erano operativi a piena velocità. Il sistema digestivo era tuttavia ancora un po’ un mistero.
Egli si guardò riflesso in un piatto d’argento .
Si vide ancora morto. Faccia pallida, rosso intorno agli occhi. Un corpo morto. Operativo ma ancora, fondamentalmente, morto.
Era corretto questo? Era questa la giustizia? Era questa la giusta ricompensa per aver creduto fermamente nella reincarnazione per quasi 130 anni? Tornare indietro come un cadavere?
Nessuna meraviglia se i non-morti sono considerati tradizionalmente molto adirati.

Qualcosa di meraviglioso, da una prospettiva a lungo termine, stava quasi per accadere.
Da un punto di vista più a breve termine o da quello a medio termine, qualcosa di orribile stava per accadere.
E’ come la differenza tra vedere una bella stella nuova nel cielo di inverno e invece trovarsi proprio vicino ad una supernova. E’ la differenza fra la bellezza della rugiada di un mattino su di una ragnatela dal punto di vista di una mosca.
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Era qualcosa che non sarebbe dovuto accadere normalmente per migliaia di anni.
E stava per accadere proprio adesso.
Stava per accadere dietro un armadio a muro in disuso in una cantina cadente nelle Ombre, la più vecchia e malfamata parte di Ankh Morpork.
Plop.
Era un suono così lieve come la prima goccia di pioggia su di un secolo di polvere.
##############

“Forse noi potremmo annerire il gatto per farlo camminare attraverso la sua bara (Maybe we could get a black cat to walk across his coffin)(?).”
“Lui non ha una bara!” si lagnò l’Economo come uno che ritiene la sua sanità mentale alquanto provvisoria.
“Okay, allora noi gli compriamo una bella bara e poi anneriamo il gatto e lo facciamo camminare attraverso di essa?”
“No. Questo è stupido. Noi dobbiamo farlo passare nell’acqua.”
“Cosa?”
“Passare nell’acqua. I non-morti non possono farlo.”
I maghi, che si affollavano nello studio dell’Arcicancelliere, diedero a quest’affermazione la loro piena e affascinata attenzione.
“Sei sicuro?” chiede il Decano.
“Fatto ben noto” disse il Lettore in Rune Recenti recisamente.
“Egli era abituato a passare nell’acqua tutto il tempo quando era vivo” disse il Decano dubbiosamente.
“Non quando è morto, comunque”
“Sì? Ha senso”
“Acqua corrente” disse il Lettore in Rune Recenti
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tutt’a un tratto “E’ acqua corrente. Scusate. Loro non possono attraversarla”
“Bene, Nemmeno io posso attraversare l’acqua corrente” disse il Decano
“Non-morto, non-morto” l’Economo stava cominciando ad essere un pochino staccato.
“Oh basta stuzzicarlo” disse il Lettore accarezzando l’uomo tremante sulla schiena.
“Bene io non posso” disse il Decano “Io affondo”
“I non-morti non possono attraversare l’acqua su di un ponte”
“ E lui è uno solo, eh? Siamo noi che stiamo avendo un’infestazione di loro, eh?” disse il Lettore.
L’Arcicancelliere tambureggiò con le dita sulla scrivania.
“Gente morta che se ne va in giro non è igienico” disse
Questo li azzittì. Nessuno lo aveva mai guardato così, ma Mustrum Ridcully era proprio il genere di uomo che avrebbe potuto.
Mustrum Ridcully faceva affidamento sul suo punto di vista, sia che fosse il migliore o il peggiore Arcicancelliere che l’Università Invisibile avesse mai avuto per centinaia di anni.
C’era solo troppo di lui, per una cosa. Non che fosse particolarmente grosso, era solo che egli aveva un tipo di smisurata personalità che occupava ogni spazio disponibile. Lui avrebbe trovato che sbraitare ubriaco a cena fosse un comportamento magico eccellente e accettabile. Ma poi sarebbe tornato nella sua stanza a farne un dramma per tutta la notte per poi alzarsi alle cinque del mattino per andare a caccia di anitre.
Lui urlava alla gente. Tentava di prenderle con le buone.
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E quasi mai portava vestiti adatti. Aveva persuaso Mrs Whitlow, la terrorizzata governante dell’Università Invisibile a fargli un specie di abito con pantaloni sformati in uno sgargiante blu e rosso. Due volte al giorno i maghi stavano in piedi a divertirsi e lo guardavano, fare deliberatamente jogging intorno all’edificio dell’Università, il suo appuntito cappello da mago fermamente allacciato sulla testa con dello spago. Egli avrebbe gridato allegramente a loro, perché, fondamentale per la formazione della gente come Mustrum Ridcully è una convinzione di ferro che a chiunque altro sarebbe piaciuto se solamente avesse potuto provarlo.
“Forse morirà” si dissero l’un l’altro speranzosi, mentro lo guardavano cercare di rompere la crosta sul fiume Ankh per un tuffo mattutino “Tutto questo salutare esercizio potrebbe non essere buono per lui”
Storie circolavano alle sue spalle all’Università. L’Arcicancelliere aveva sostenuto due rounds (bare-fisted)(?) di pugilato con Detritus, l’enorme troll che faceva lavori occasionali al “Tamburo Riparato”. L’Arcicancelliere aveva fatto a braccio di ferro (arm-wrestler)(?) con il Bibliotecario per scommessa e sebbene non avesse vinto, dopo aveva ancora le sue braccia. L’Arcicancelliere voleva che l’Università formasse una propria squadra di football per i grandi giochi cittadini della “Notte-della-posta-del-cinghiale.
Intellettualmente, Ricully manteneva le sue posizioni per due ragioni. Una era che egli mai, in nessun caso, aveva cambiato opinione su qualcosa. L’altra era che gli ci volevano alcuni minuti per capire ogni nuova idea che gli veniva proposta, e questo è un tratto prezioso in un leader, perché ogni cosa chiunque stesse cerando di spiegarli dopo due minuti era probabilmente importante e ogni cosa essi avessero abbandonato dopo solo un minuto all’incirca era quasi certamente qualcosa avrebbe dato fastidio a te per primo.
Là sembrava esserci più Mustrum Ridcully di quanto un corpo potesse ragionevolmente contenere.
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Mi accorsi di non essere morto quando mi resi conto di riflettere sui motivi che portarono alla mia morte...
26/01/2007 12:07
 
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Plop, polp.
Nello scuro armadio nella cantina, un intero scaffale era ormai pieno.


C’era esattamente altrettanto Windle Poons quanto un corpo può contenere, ed egli manovrava con precauzione lungo il corridoio.
Io mai mi sarei aspettato questo, pensò, Io non mi merito questo. Ci dev’essere stato un errore da qualche parte.
Egli sentì una fresca brezza sulla faccia e realizzò che era arrivato barcollando fuori all’aria aperta.. Davanti a lui c’erano i cancelli dell’Università, chiusi a chiave.
Improvvisamente Windle Poons si sentì acutamente claustrofobico. Egli aveva aspettato anni per morire, e adesso nonostante fosse morto, era bloccato qui in questo mausoleo con un mucchio di stupidi vecchi uomini, dove avrebbe trascorso il resto della sua vita. Bene, la prima cosa da fare era uscire e farsi da sé una giusta morte …
“Sera, Signor Poons”
Egli guardò intorno molto lentamente e vide la piccola figura di Modo, il nano giardiniere dell’Università, che stava seduto nel tramonto fumando la sua pipa.
“Oh, salve Modo”
“Avevo sentito dire che era morto, Signor Poons”
“Er. Sì. Lo ero”
“Vedo che si è ripreso, poi”
Poons accennò col capo, e guardò foscamente da ogni parte i muri. I cancelli dell’Università venivano sempre chiusi al tramonto ogni sera, obbligando gli studenti e il personale
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ad arrampicarsi su per i muri. Egli dubitava molto che sarebbe stato in grado di fare quello.
Egli strinse e aprì le sue mani. Oh, bene….
“C’è qualche altro ingresso qui intorno, Modo?” chiese.
“No, Signor Poons”
“Bene, dove potrei farne uno?”
“Scusi, Signor Poons?”
C’era il suono di muratura torturata, provocato da Poons che plasmava con aria distratta un buco nel muro (followed by a vaguely Poons-shaped hole in the wall)(?). La mano di Windle si allungò indietro e raccolse il suo cappello.
Modo riaccese la sua pipa. Puoi vedere un mucchio di cose interessanti in questo lavoro, pensò.

In un vicolo, temporaneamente fuori vista dai passanti, qualcuno chiamato Reg Shoe, che era morto, guardò in ogni direzione, tirò fuori dalla tasca un pennello e una latta di vernice, e dipinse sul muro le parole:
MORTI SI’, ANDATI NO!
.. e corse via, o per lo meno barcollò via ad alta velocità.

L’Arcicancelliere aprì la finestra sulla notte.
“Ascoltate” disse
I maghi ascoltarono.
Un cane abbaiò. Da qualche parte un ladro zufolò, e gli fu risposto da un tetto vicino. In distanza una coppia stava avendo il tipo di alterco che determina che nelle strade circostanti vengano aperte delle finestre, si ascolti e si prendano annotazioni. Ma questi erano solo temi principali sullo sfondo dei continui ronzii e brusii della città.
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Ankh-Morpork faceva le fusa attraverso la notte, in viaggio verso l’alba, come un’immensa creatura vivente, benché, naturalmente, questa sia solo una metafora.
“Allora?” disse l’Anziano Attaccabrighe “Non riesco a sentire niente di speciale”
“Questo è quello che intendo. Dozzine di persone muoiono ad Ankh-Morpork ogni giorno. Se tutti stanno tornando indietro vivi come il povero vecchio Windle, non pensate che noi di debba sapere qualcosa su questo? Il posto dovrebbe essere in tumulto. Parecchio più tumulto del solito. Intendo”
“C’è sempre qualche non-morto in giro” disse il Decano, dubbioso “Vampiri e zombi e banshee eccetera”
“Sì, ma sono non-morti più naturalmente” disse l’Arcicancelliere. “Loro sanno come comportarsi. Sono nati per questo”.
“Tu non puoi essere nato come non-morto” disse l’Anziano Attaccabrighe* puntualizzando. (*il posto di Anziano Attaccabrighe era insolito, come il nome stesso. In alcuni centri di insegnamento, l’Anziano Attaccabrighe è il filosofo principale, in altri lui è soltanto qualcuno che guarda dopo i cavalli (who looks after horses)(?). L’Anziano Attaccabrighe all’Università Invisibile era un filosofo che sembrava un cavallo, incapsulando così pulitamente ogni definizione)
“Intendo dire che è tradizionale” l’Arcicancelliere parlò con asprezza. “C’erano alcuni rispettabili vampiri, quando ero giovane io. Stavano nella loro famiglia per secoli”
“Sì, ma loro bevono sangue” disse l’Anziano Attaccabrighe “Questo non suona molto rispettabile secondo me”
“Ho letto da qualche parte che loro non hanno bisogno davvero di sangue effettivo” disse il Decano ansioso di aiutare.
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Loro hanno solo bisogno di qualcosa che c’è nel sangue. Emoglobina mi sembra che si chiami”
Gli altri maghi lo guardarono.
Il Decano scrollò le spalle “Non ne ho la più pallida idea” disse, “Emoglobina, questo è quello che so. Ha tutto a che fare con il ferro che la gente ha nel sangue”
“Sono dannatamente sicuro io non ho ferro goblins nel mio sangue” disse l’Anziano Attaccabrighe.
“Alla fine loro sono migliori degli zombi” disse il Decano “Una classe molto migliore di persone. I vampiri non vanno in giro con l’andatura strascicata per tutto il tempo”
“Le persone possono essere trasformate in zombi, sapete” desse il Lettore in Rune Recenti in tono colloquiale “Non serve niente di magico. Solo il fegato di certi rari pesci e l’estratto di un particolare tipo di radice. Una cucchiaiata, e quando tu ti alzi , sei uno zombi”
“Quale tipo di pesce?” chiese l’Anziano Attaccabrighe
“Come se io lo dovessi sapere?”
“Come se chiunque lo dovesse sapere poi?” disse l’Anziano Attaccabrighe con cattiveria “Qualcuno si sveglia un bel mattino e dice: hey, che idea, trasformerò qualcuno in zombi. Tutto quello che mi serve è un po’ di fegato di pesce raro e un pezzo di radice, è solo questione di trovare quello giusto? Puoi vedere la coda fuori dalla baracca, non vedi? N° 94, fegato di pesce a righe rosse e radice pazza… non funziona. N° 95 fegato di pesce chiodo e radice dum-dum… non funziona. N° 96….”
“Di cosa sta parlando?” domandò l’Arcicancelliere
“Stavo semplicemente puntualizzando l’intrinseca improbabilità di…”
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“Silenzio” disse l’Arcicancelliere, (matter-of.factly)(?) “Mi sembra.. mi sembra… guardate, Morte sarebbe dovuto venire, giusto? Morte deve accadere. Questo è tutto quello che è essere vivo. Tu sei vivo e poi tu sei morto. Non si può fermare questo avvenimento”
“Ma lui non è comparso per Windle” puntualizzò il Decano
“ Lui sceglie per tutto il tempo” disse Ridcully, ignorandolo “Ogni specie di cose muore continuamente. Perfino i vegetali”
“Ma non penso che Morte venga sempre per una patata” disse il Decano dubbiosamente
“Morte viene per ogni cosa” disse l’Arcicancelliere con fermezza
I maghi annuirono saggiamente.
Dopo un po’ l’Anziano Attaccabrighe disse ”Sapete, ho letto l’altro giorno che ogni atomo nel corpo viene cambiato ogni sette anni? I nuovi si attaccano e i vecchi cadono via. E questo succede per tutto il tempo. Meraviglioso, in realtà”
L’Anziano Attaccabrighe potrebbe fare ad una conversazione quello che farebbe della melassa piuttosto spessa ai pedali di un orologio di precisione.
“Sì? E cosa accade ai vecchi?” disse Ridcully interessato malgrado tutto
“Non so. Essi fluttuano intorno nell’aria, suppongo, fino a che non si attaccano a qualcun altro”
L’Arcicancelliere lo guardò oltraggiato
“Cosa, anche ai maghi””
“Oh, sì. A ognuno. E’ parte del miracolo dell’esistenza”
“Lo è? Suona come poco igienico, per me” disse l’Arcicancelliere
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“Suppongo che non ci sia un sistema per fermare questo?”
“Non dovrebbe essere possibile” disse l’Anziano Attaccabrighe dubbioso “ Non penso che tu possa supporre di poter fermare i miracoli dell’esistenza”
“Ma questo significa che ogni cosa è fatta di ogni altra cosa” disse Ridcully
“Sì, non è divertente!”
“E’ disgustoso, ecco cos’è” disse Ricully, tagliando corto “Tuttavia, il punto che sto cercando… il punto che sto cercando…” fece una pausa, cercando di ricordare “Tu non puoi abolire la morte, questo è il punto. Morte non può morire. questo è come chiedere ad uno scorpione di pungere se stesso”
“Alla resa dei conti” disse l’Anziano Attaccabrighe, sempre pronto con proposte funzionali “ Tu puoi diventare uno scorpione per….”
“Silenzio” disse l’Arcicancelliere
“Ma non possiamo avere un mago non morto che vaga senza meta in giro” disse il Decano. “Nessuno può dire quello che potrebbe passargli per la testa di fare. Dobbiamo trovare il modo… di porre fine a lui. Per il suo stesso bene.”
“Questo è giusto” disse Ridcully “Per il suo stesso bene. Non dovrebbe essere troppo difficile. Ci sarebbero dozzine di modi per occuparsi di un non-morto”
“Aglio,” disse l’Anziano Attaccabrighe decisamente “I non-morti non amano l’aglio”
“Non biasimateli. Non posso sopportare quella roba” disse il Decano
“Non-morto, non-morto” disse l’Economo puntando un dito accusatore. Gli altri lo ignorarono.
“Sì, e poi le preghiere” disse l’Anziano Attaccabrighe “I vostri non –morti basilari si sbriciolano in polvere
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rapidamente mentre li guardi. E poi non amano la luce del giorno. E se il peggio diventa ancora peggiore, tu li puoi seppellire in un crocevia. Questo è infallibile, questo sì. E tu pianti un picchetto in loro per essere sicuro che essi non tornino indietro ancora.”
“Con l’aglio sopra” disse l’Economo
“Bene, sì. Suppongo che si possa mettere l’aglio sopra” l’Anziano Attaccabrighe concesse con riluttanza.
“Non penso che si debba mettere dell’aglio su di una buona bistecca” disse il Decano” Solo un poco di olio e condimento”
“Con il pepe rosso è delizioso” disse il Lettore in Rune Recenti allegramente
“Silenzio” disse l’Arcicancelliere.

Plop
I cardini della porta dell’armadio finalmente cedettero, spargendo il suo contenuto per tutta la stanza.

Il sergente Colon della Guardia cittadina di Ankh Morpork era in servizio. Egli stava proteggendo il ponte d’ottone, il principale collegamento tra Ankh e Morpork. Dal furto.
Quando venne chiamato a prevenire il crimine, il sergente Colon trovò più sicuro pensare in grande.
C’era una scuola di pensiero che credeva che il modo migliore per essere riconosciuto come uno scaltro guardiano della legge in Ankh-Morpork fosse pattugliare le strade e i vicoli, comprare informazioni, seguire i tipi sospetti eccetera.
Il sergente Colon aveva marinato la scuola durante queste lezioni. NO, lui si sarebbe affrettato a dire, perché tentare di diminuire il crimine in Ankh-Morpork era come tentare di togliere il sale dal mare e il solo riconoscimento che qualche scaltro guardiano della legge avrebbe ottenuto era probabilmente del genere che dice:
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”Hey, quel corpo nel canale non è quello del vecchio sergente Colon?” ma perchè un rappresentante della legge, intelligente, intraprendente e moderno dovrebbe essere sempre un passo avanti ai criminali contemporanei. Un giorno qualcuno fu mandato a rubare il ponte di ottone e poi avevano trovato il Sergente Colon diritto ad aspettarli.
Intanto, esso offriva un tranquillo posto al riparo dal vento dove egli poteva farsi una rilassante fumatina e probabilmente senza essere visto da qualcuno che avrebbe potuto sorprenderlo.
Si appoggiava con i gomiti sul parapetto, meditando vagamente sulla Vita.
Una figura incespicò fuori dalla foschia. Il sergente Colon riconobbe il familiare cappello appuntito da mago.
“Buona sera agente” gracchiò il suo indossatore.
“’giorno Vostro Onore”
“Vorrebbe essere così gentile da aiutarmi a salire sul parapetto, agente?”
Il sergente Colon esitò. Ma il vecchio era un mago. Un uomo si sarebbe potuto trovare in guai seri se non avesse aiutato i maghi.
“Sta tentando qualche nuova magia, vostro onore?” disse aiutando brillantemente lo scarno, ma sorprendentemente pesante corpo a salire sull’arte lapidaria in sgretolamento.
“No”
Windle Poons salì sul ponte. Ci fu uno splash*. (*E’ vero che i non-morti non possono attraversare l’acqua corrente. Tuttavia il fiume naturalmente torbido Ankh, già pesante con il fango dalla pianura, dopo essere passato attraverso la città – popolazione 1.000.000 - non poteva necessariamente essere qualificato con il termine di “corrente” o, nel caso, di “acqua”)
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Il Sergente Colon guardò in basso le acque dell’Ankh che si chiusero di nuovo lentamente.
Questi maghi. Sempre alla ricerca di qualcosa.
Guardò per un po’. Dopo alcuni minuti ci fu una turbolenza nello strato di sporco e frammenti alla base di uno dei piloni del ponte dove una rampa di scalini viscidi scendeva verso l’acqua.
Apparve un cappello a punta.
Il sergente Colon sentì il mago arrampicarsi lentamente su per gli scalini imprecando ad ogni respiro.
Windle Poons raggiunse di nuovo la sommità del ponte. Era bagnato fradicio.
“Lei deve andare a cambiarsi d’abito” si offrì spontaneamente il sergente Colon “Potrebbe morire andando in giro così”
“Hah!”
“Vada a mettere i piedi di fronte a un fuoco ruggente, questo è quello che dovrebbe fare”
“Hah!”
Il Sergente Colon guardò Windle Poons nella propria pozzanghera personale.
“Lei sta cercando qualche speciale tipo di magia subacquea, Vostro Onore?” azzardò.
“Non esattamente, agente”.
“Avevo sempre avuto la curiosità di sapere com’è sotto l’acqua” disse il Sergente Colon, con fare incoraggiante “I misteri del profondo, strane e meravigliose creature… la mia mamma mi raccontava una volta, riguardo a questo piccolo ragazzo, trasformato in una sirena, cioè, non una sirena, e aveva tutte queste avventure sotto il m….”
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la sua voce si esaurì sotto lo sguardo fisso e terribile di Windle Poons.
“E’ noioso” disse Windle. Si voltò e si mise in viaggio barcollando dentro la foschia “Molto molto noioso. Molto noioso davvero”
Il Sergente Colon era rimasto solo.
Si accese una nuova sigaretta con mano tremante, e iniziò a camminare frettolosamente in direzione del quartier generale.
“Quella faccia” stava dicendo a se stesso “E quegli occhi… proprio come si chiama….chi è quel maledetto nano che gestisce il negozio di specialità gastronomiche in Cable Street…”
“Sergente!”
Colon si immobilizzò. Poi guardò in basso. Una faccia guardava in su verso di lui dal livello del terreno. Quando ritrovò la padronanza di se stesso riconobbe le marcate caratteristiche del suo vecchio amico Cut-Me-Own-Throat Dibbler, colui che camminava per Mondo Disco parlando in favore della teoria che il genere umano era disceso da una specie di roditori.
C.M.O.T. Dibbler era orgoglioso di descrivere se stesso come un mercante avventuriero, tutti gli altri preferivano descriverlo come un venditore ambulante il cui sistema per fare soldi era deluso sempre da un piccolo ma vitale difetto, come tentare di vendere cose che non possedeva o che non funzionavano o qualche volta che non esistevano nemmeno. L’oro delle fate è bene sapere che evapora al mattino, ma al confronto con la merce di Throat era una piastra concreta e rinforzata.
Egli stava di fronte ad un passaggio che conduceva giù verso una delle innumerevoli cantine di Ankh-Morpork.
“Salve Throat”
“Potresti fare un salto giù un minuto, Fred? Potrei avere bisogno di un po’ di aiuto legale”
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“C’è qualche problema, Throat?”
Dibbler si grattò il naso.
“Bene, Fred… è un crimine possedere qualcosa? Intendo, senza sapere di che cosa si tratta?”
“Qualcuno ti ha dato delle cose, Throat?”
Throat accennò col capo “Non so. Sai che io tengo della mercanzia qui sotto?” disse
“Si”
“Vedi. Ero giusto venuto a fare un po’ di inventario, e…” Intrecciò le mani perplesso “Bene… guarda tu stesso…”
Aprì la porta della cantina
Nell’oscurità qualcosa fece “polp”.


Windle Poos barcollava senza meta lungo gli oscuri vicoli nelle Ombre, le braccia estese di fronte a lui, le mani ciondolanti dai polsi. Non sapeva perché. Solo gli sembrava il giusto modo di comportarsi.
Saltare da un palazzo? No, non avrebbe funzionato. Era già abbastanza duro camminare così e due gambe rotte non avrebbero aiutato. Veleno? Immaginò che avrebbe avuto una gran mal di stomaco. Impiccarsi? Rimanere appeso sarebbe stato probabilmente più noioso che stare seduto in fondo al fiume.
Arrivò in un cortile fetido dove molti vicoli si incontravano. Topi fuggivano di fronte a lui. Un gatto miagolò e poi fuggì via sul tetto.
Nel mentre che stava in piedi, chiedendosi dov’era, perché era e quello che sarebbe dovuto succedere in seguito, sentì la punta di un coltello contro la sua spina dorsale.
“Okay nonno” disse una voce dietro a lui “o la borsa o la vita”
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Nell’oscurità la bocca di Windle Poons formò un orribile ghigno.
“Non sto scherzando, vecchio” disse la voce.
“Sei della Gilda dei Ladri?” chiese Windle, senza voltarsi.
“No, noi siamo … liberi professionisti. Avanti facci vedere il colore dei tuoi soldi”
“Non ho nulla” disse Windle. Si voltò. C’erano due o più rapinatori dietro di lui.
“Oh, dei, guardate i suoi occhi!” disse uno di loro.
Windle sollevò le braccia sopra la testa.
“OoooooooooH “ si lamentò.
I rapinatori indietreggiarono. Sfortunatamente c’era un muro dietro a loro. Si appiattirono contro di esso.
“OoooOOOOOOoooofan’culooooooo” disse Windle il quale non aveva realizzato che l’unica via di fuga era passare attraverso di lui. Roteò gli occhi per avere un effetto migliore.
Impazziti dal terrore gli aspiranti assalitori si tuffarono sotto sue braccia ma non prima che uno di loro affondasse il suo coltello fino all'elsa nel torace da piccione di Windle.
“Hey! Questo è il mio migliore vestito!” disse “Volevo essere seppellito con… vedi qui? Sai quanto è difficile rammendare la seta? Torna indietro questo…guarda qui a destra dove c’è…”
Lui ascoltò. Non c’era alcun suono ma solo il distante rumore di passi in fuga precipitosa..
Windle Poons rimosse il coltello.
“Mi avrebbe potuto uccidere” borbottò, lanciandolo via.
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Nella cantina il sergente Colon prese uno degli oggetti da quell’enorme cumulo sul pavimento.
“Ce ne sono migliaia di queste” disse Throat dietro a lui “Quello che voglio sapere è chi li ha messi qui?”* (*Benché insolito sul Mondo Disco, c’è effettivamente questa cosa chiamata anti-crimine, in accordo con la legge fondamentale che ogni cosa nel multiverso ha un suo opposto. Sono evidentemente rari. Dare soltanto qualcosa a qualcuno non è l’opposto del furto. Per essere classificato come anti-crimine, deve essere fatto in tale modo da causare oltraggio e/o umiliazione nella vittima. Quindi rompendo e decorando, porgendo con imbarazzo (come nella maggior parte delle presentazioni di pensionamento) e invio bianco (withemailing)(?)(come nel minacciare di rivelare ai suoi nemici la donazione segreta di un malfattore, per esempio per opere di carità). L’anti-crimine non ha mai preso realmente piede.)
Il sergente Colon girò e rigirò l’oggetto fra le mani.
“Mai visto nulla di simile prima d’ora” disse. Provò ad agitarlo. Il suo viso si illuminò “Grazioso, non trovi?”
“La porta era chiusa a chiave e tutto quanto” disse Throat “E ho pagato la mia quota alla Gilda dei Ladri”.
Colon scosse ancora la cosa.
“Carino” disse
“Fred?”
Colon affascinato guardava i fiocchi di neve cadere dentro al piccolo globo di vetro “Hmmm”
“Che cosa pensi che dovrei fare?”
“Non so. Io suppongo che sia tutto tuo, Throat Non posso immaginare perché qualcuno possa aver voluto sbarazzarsi di questo, comunque”
Si girò verso la porta,. Throat fece un passo sulla sua traiettoria.
“Per quello sarebbero dodici pence”disse con tono piatto..
“Cosa?”
“Per quello che ti sei appena messo in tasca, Fred”
Colon pescò il globo dalla sua tasca.
“Andiamo!” protestò “Li hai appena trovati qui, Non ti costano un penny!”
“Sì, ma c’è il deposito … la confezione…. il trattamento…”
“ Due pence” disse Colon disperatamente
“Dieci pence”
“Tre pence”
“Sette pence e questo è tagliarmi da solo la gola. Ricordatelo!”
“Affare fatto” disse il sergente riluttante. Diede al globo un’altra scossa.
“Carino, non trovi?” disse.
“Vale ogni penny” disse Dibbler. Si stropicciò le mani fra loro pieno di speranza. “Dovrebbero vendersi come torte calde” disse raccogliendone una manciata e ficcandoli in una scatola.
Chiuse a chiave la porta dietro di loro quando se ne andarono.
Nell’oscurità qualcosa fece polp.

Ankh-Morposrk ha sempre avuto una eccellente tradizione di accoglienza alle persone di tutte le razze, colori e forme, se essi avevano soldi da spendere e un biglietto di andata e ritorno.
In accordo con la famosa pubblicazione della Gilda dei Mercanti, “Benvenuti ad Ankh-Morpork, città delle mille e una sorpresa” sarà assicurato al visitatore un Caldo Benvenuto negli innumerevoli alberghi e ostelli di questa antica città, dove ci siamo specializzati in un gran numero di approvvigionamenti per il gusto degli ospiti provenienti da posti lontani. Sia che siate Mannari (manna)(?), Trolls, Nani, Goblin o Gnomi,
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Ankh-Morpork alzerà il tuo bicchiere festoso e dirà “Salute! Guarda qui ragazzo! Tutto d’un fiato!”
Windle Poons non sapeva dove un non-morto dovesse andare per un po’ di divertimento. Tutto quello che sapeva, e che conosceva per certo, era che se essi avessero voluto avere un po’ di divertimento da qualche parte lo avrebbero trovato in Ankh-Morpork.
I suoi laboriosi passi lo portarono sempre più in profondità nelle Ombre. Solo essi non erano più così laboriosi ora.
Per più di un secolo Windle Poons era vissuto all’interno dell’Università Invisibile. In termini di accumulo di anni, egli poteva aver vissuto per un lungo tempo. In termini di esperienza egli era all’incirca un tredicenne.
Egli stava vedendo, ascoltando e annusando cose che non aveva mai visto, sentito o annusato prima d’ora.
“Le Ombre” era la più vecchia parte della città. Se si potesse fare una sorta di mappa del sollievo della peccaminosità, della malvagità e un giro di immoralità, questo sarebbero meglio rappresentate dal campo gravitazionale intorno ad un Buco Nero, tanto quanto in Ankh-Morpork le Ombre sarebbero state rappresentate da un raggio di luce. Infatti le Ombre era straordinariamente simile al suddetto ben conosciuto fenomeno astronomico: aveva una certa forma di attrazione, nessuna luce fuggiva da esso, poteva essere davvero come la porta di accesso per un altro mondo. Quello seguente.
Le Ombre era una città dentro la città
Le strade erano affollate. Figure incappucciate si muovevano furtivamente svolgendo i loro affari. Musica strana veniva fuori da incavate trombe delle scale. E si sentivano odori acuti ed eccitanti.
Poons superò negozi di specialità gastronomiche goblin e bar di nani, dai quali provenivano suoni di canzoni
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e combattimenti, che i nani tradizionalmente facevano allo stesso tempo. E c’erano trolls, che si muovevano attraverso la folla come… come gente grande che si muove in mezzo a gente piccola. E loro non stavano nemmeno camminando strascicando i piedi.
Windle fino ad ora aveva visto trolls solo in ristrette parti della città * (*ovunque fuori dalle Ombre), dove essi si muovevano con cautela esagerata nell’eventualità di bastonare accidentalmente qualcuno a morte e li odiava. Nelle Ombre essi camminavano a grandi passi, senza paura, tenevano le teste così in alto che loro quasi si ergevano ad di sopra delle proprie scapole (heads held so high they very nearly rose above their shoulder-blades)(?)
Windel Poons vagava attraverso la folla come un colpo casuale su un tavolo da biliardino. Qui una ventata di suono fumoso da una bar lo roteò di nuovo nella strada, là il vano di una porta discreta prometteva inusuali e proibite delizie che lo attrassero come un magnete. La vita di Windle Poons non aveva incluso ancora molte usuali e approvate delizie. Egli non era neanche certo quali esse fossero. Alcuni disegni all’esterno di una invitante porta color rosa-acceso lo lasciarono ancora più confuso ma incredibilmente ansioso di imparare.
Girò e rigirò intorno con compiaciuta meraviglia.
Questo posto! Solo a dieci minuti di cammino o quindici di barcollamenti dall’Università! E lui non aveva mai saputo che era là! Tutta questa gente! Tutti questi rumori! Tutta questa vita!
Diverse persone si varia foggia e specie lo spintonavano. Uno o due che stavano per cominciare a dirgli qualcosa, chiusero le bocche velocemente e fuggirono via.
Essi stavano pensando…i suoi occhi come un succhiello!
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E poi una voce dalle ombre disse. “Salve, ragazzone. Vuoi passare un po’ di tempo piacevolmente?”
“Oh, sì” disse Windle Poons, perso nella meraviglia
“Oh, sì, si!”
Si girò
“Dannato inferno!” C’era il suono di qualcuno che scappava via lungo il vicolo.
La faccia di Windle cascò.
La vita, ovviamente, era solo per i vivi. Forse questo affare di ritorno-nel-proprio-corpo era stato un errore dopo tutto. Era stato pazzo a pensare che potesse andare diversamente.
Si girò e a mala pena infastidito dal battito del suo stesso cuore, tornò indietro verso l’Università.
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Mi accorsi di non essere morto quando mi resi conto di riflettere sui motivi che portarono alla mia morte...
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Windle arrancò attraverso il cortile interno verso Grande Salone. L’Arcicancelliere avrebbe voluto sapere cosa fare…
“C’è lui!”
“E’ lui!”
“E’ proprio lui!
La sequenza di pensiero di Windle arrivò ad un precipizio. Egli guardò intorno alle cinque rosse, preoccupate, e soprattutto famigliari facce.
“Oh, salve Decano” disse, infelicemente. “E questo è l’Anziano Attaccabrighe? Oh, e questo è l’Arcicancelliere…”
“Afferra il suo braccio!”
“Non guardarlo negli occhi!”
“Prendi l’altro braccio!”
“Questo è per il tuo bene, Windle!”
“Questo non è Windle. E’ una creatura della Notte!”
“Io vi assicuro…”
“Avete preso le sue gambe?”
“Prendi la sua gamba!”
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“Prendi l’altra sua gamba!”
“Avete preso tutto?” ruggì l’Arcicancelliere.
I maghi annuirono.
Mustrum Ridcully rovistò negli ampi recessi della sua toga.
“Bene, demone in forma umana” ringhiò “Cosa pensi che sia questo, allora? Ah-ah!”
Windle guardò di traverso il piccolo oggetto che era stato messo trionfalmente sotto il suo naso.
“Bene, er…” disse con diffidenza, “ Direi… sì… hmm… sì, l’odore è molto caratteristico, non sarà… sì, quasi certamente, Allium sativum. Il comune aglio domestico. Sì?”
I maghi cominciarono ad osservarlo. Essi osservavano il piccolo spicchio bianco. Poi guardarono di nuovo Windle.
“Ho indovinato, vero?” chiese e fece un tentativo di sorriso.
“Er” disse l’Arcicancelliere “Sì, Sì è giusto” Ridcully cercò qualcosa da aggiungere. “Ben detto” disse.
“Grazie per aver tentato” disse Windle. “Lo apprezzo veramente” fece un passo avanti. La forza dei maghi aveva lo stesso effetto che se avessero tentato di bloccare l’avanzata di un ghiacciaio.
“E adesso ho bisogno di farmi un pisolino” disse. “E’ stata una lunga giornata”
Egli barcollò dentro l’edificio e cigolò lungo i corridoi fino a raggiungere la sua stanza. Qualcun altro aveva messo dentro le sue cianfrusaglie, ma Windle se ne occupò semplicemente raccogliendo su tutto con una spazzata delle sue braccia e buttandole nel corridoio .
Poi si coricò nel letto.


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Finito!!!!!

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CARATTERI SPAZI INCLUSI 488.340
PARAGRAFI 5.398
RIGHE 7.197
MESI 7
...visioni di spade e sfere chiodate su catene continuavano ad invadere i saloni da parrucchiera della sua consapevolezza...
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