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REAPER MAN

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2007 16:21
26/01/2007 12:06
 
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Registrato il: 26/01/2007
Città: MINTURNO
Età: 38
Sesso: Maschile
Investigatore Privato
Utente Junior

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CI SARA’ UNA NUOVA MORTE.
Albert si tirò su
“Io veramente non penso che ce ne voglia una nuova, signore” disse.
ALLORA TORNA NEL MONDO. TI DARO’ DEI SOLDI. SEI STATO UN BUON SERVO, ALBERT
“Ma se tornerò nel mondo…”
SI’, disse Morte. TU MORIRAI.
Nella calda oscurità della stalla per i cavalli, il pallido cavallo di Morte guardò su dalla sua avena e fece un piccolo nitrito di benvenuto. Il nome del cavallo era Binky ed era un cavallo vero. Morte aveva provato destrieri ardenti e cavalli scheletrici in passato, ma li aveva trovati impraticabili, specialmente quelli ardenti, i quali tendevano a dare fuoco al proprio letto rimanendo in piedi al centro guardando imbarazzati. Morte tolse la sella dal suo gancio e gettò uno sguardo ad Albert che stava soffrendo una crisi di coscienza.
Migliaia di anni prima, Albert aveva scelto di servire Morte piuttosto di morire. Egli era effettivamente immortale. Il tempo reale era proibito nel regno di Morte. C’era solo un continuo cambiamento ma questo durava per un lunghissimo tempo. Lui aveva vissuto più o meno due mesi di tempo effettivo. Egli faceva incetta di giorni come se fossero lingotti d’oro.
“Io, er…” cominciò “Cioè..”
HAI PAURA DI MORIRE?
“Non è quello, Io non voglio… credevo, avevo sempre… è solo che quest’abitudine alla vita è dura da perdere…”
Morte lo guardò con curiosità,
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come si potrebbe guardare uno scarafaggio che si era capovolto sulla schiena e non riusciva più a girarsi.
Alla fine Albert stette zitto.
CAPISCO, disse Morte, sganciando le briglie di Binky
Ma lei non sembra preoccupato! Lei sta veramente morendo?”
SI’, SARA’ UNA GRANDE AVVENTURA.
“Sarà? Lei non ha paura?”
NON SO COSA SIGNIFICHI AVERE PAURA.
“Potrei mostrarle come si fa, se le fa piacere” azzardò Albert.
NO. MI PIACEREBBE IMPARARE DA SOLO. ALLA FINE SAPRO’ COME SI FA.
“Signore… se lei se ne va, ci sarà..?”
UNA NUOVA MORTE SORGERA’ DALLE MENTI DEGLI ESSERI VIVENTI, ALBERT.
Albert lo guardò sollevato “Lei non è in grado di sapere come sarà? Vero?”
NO
“Forse sarebbe meglio, che ne dice, pulire un poco il posto, fare un inventario, questo tipo di cose?”
BUONA IDEA, disse Morte il più gentilmente possibile.
QUANDO VEDRO’ LA NUOVA MORTE, TI RACCOMANDERO’ CALOROSAMENTE.
“Oh, lo vedrà poi?”
OH, SI. E ADESSO DEVO ANDARE.
“Così presto?”
CERTAMENTE. NON DEVO SPRECARE TEMPO! Morte sistemò la sella, e poi estrasse il piccolo segnatempo sistemandolo fieramente sotto il naso di Albert.
GUARDA! HO TEMPO, ALLA FINE HO TEMPO!
Albert si allontanò nervosamente.
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“E adesso che ce l’ha che cosa ne vuole fare?” disse
STO ANDANDO A SPENDERLO.

Il party era in pieno svolgimento. Lo striscione con la scritta “Arrivederci Windle 130 gloriosi anni” stava languendo nel calore. Le cose stavano arrivando al punto dove non c’è più niente da bere tranne il punch e niente da mangiare tranne una strana salsina gialla con delle tortillas altamente sospette cui nessuno badava.
I maghi chiacchieravano con quell’allegria forzata che usa la gente che sta insieme tutto il giorno e sta ora insieme tutta un’altra sera.
In mezzo a tutto quello stava Windel Poons seduto con un enorme bicchiere di rum e un grazioso cappellino sulla testa. Era quasi in lacrime.
“Una vera Festa di Addio” continuava a mormorare “Non ne avevamo avuto più nessuna da quando il Vecchio Scratcher Hocksole Se Ne Andò” era chiaro che stava usando lettere maiuscole per il suo discorso “Nell’anno, mm, l’anno della Tartaruga, mm, minacciosa. Pensavo che lo avessero dimenticato”
“Il bibliotecario ha fatto ricerche sui dettagli per noi,” disse l’Economo, indicando il grosso orango che stava tentando di suonare una trombetta da party. Ha anche fatto la salsina di banana. Spero che qualcuno la mangi in fretta.”
Si abbassò
“Posso portarle ancora dell’insalata di patate?” chiese con tono deliberatamente alto usato per parlare con gli imbecilli e le persone anziane.
Windle portò la mano tremante all’orecchio
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“Cosa, Cosa?”
“Ancora insalata Windle?”
“No grazie”
“Un altro po’ di salsiccia?”
“Cosa?”
“Salsiccia!”
“Mi fa venire un terribile gas, per tutta la notte” disse Windle.
Ci pensò su per un momento, e poi ne prese il cinque.
“Er,” gridò l’Economo “ Lei sa per caso che ora...?”
“Eh?”
“A che ora?”
“Alle nove e mezza” disse Windle, prontamente sebbene in modo indistinto.
“Bene, buona cosa” disse l’Economo “ Le da il resto della serata, er, libera”.
Windle rovistò negli orribili recessi della sua sedia a rotelle, un cimitero di vecchi cuscini, libri con le orecchie e antichi dolci mezzo succhiati. Sventolò un piccolo libro foderato di verde e lo mise fra le mani dell’Economo.
L’Economo lo rigirò. Scarabocchiate sulla copertina c’erano le parole: Diario di Windle Poons. Un pezzo di pancetta faceva da segnalibro nella pagina di quel giorno.
Sotto “Cose da fare” con calligrafia indecifrabile era scritto: Morire.
L’Economo non poté trattenersi dal girare la pagina.
Si. Sotto la data di domani, “Cose da fare”: Nascere.
Il suo sguardo fisso scivolò lateralmente ad un piccolo tavolo a lato della stanza.
Nonostante il fatto che la stanza fosse completamente affollata
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c’era un’area di pavimento libera intorno al tavolo, come se in qualche modo ci fosse una sorta di spazio riservato che nessuno voleva invadere.
C’erano state istruzioni speciali per la cerimonia della “partenza” riguardo il tavolo. Doveva avere una tovaglia nera, con sopra ricamati alcuni simboli magici. Doveva esserci un piatto, contenente una selezione delle migliori tartine. Doveva esserci un bicchiere di vino. Dopo numerose discussioni fra i maghi alla fine era stato aggiunto un biglietto divertente.
Avevano tutti uno sguardo ansioso.

L’Economo estrasse il suo orologio e con un colpo aprì il coperchio.
Era uno di quelli stravaganti orologi da tasca con le lancette. Segnava le nove e un quarto. Lo scosse. Un piccolo sportello si aprì sotto le ore 12 e un piccolissimo demone mise fuori la testa e disse “La smetta di battere, capo, sto pedalando più veloce che posso”.
Richiuse l’orologio e guardò ancora intorno disperatamente. Nessun altro sembrava ansioso di avvicinarsi a Windle Poons. L’Economo capì che toccava a lui fare una conversazione gentile. Considerò i possibili argomenti. Tutti presentavano degli inconvenienti.
Windle Poons gli venne in aiuto.
“Sto pensando di rinascere come donna” disse in modo colloquiale.
L’Economo aprì e richiuse la bocca più volte.
“Non vedo l’ora” aggiunse Poons “Penso che, mm, probabilmente sarebbe parecchio divertente”
L’Economo rifletté disperatamente attraverso il suo limitato
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repertorio di chiacchiere relative alle donne. Egli si abbassò verso il grinzoso orecchio di Windle
“Questa scelta non implica” tentò senza scopo “Cosa da lavare? E fare letti e cucinare e tutto questo tipo di cose?”
“Non è questo il genere di, mm, vita che avevo in mente” disse Windle fermamente.
L’Economo chiuse la bocca. L’Arcicancelliere sbatté sul tavolo con il cucchiaio.
“Fratelli..” cominciò facendo un tentativo per avere un po’ di silenzio. Questo scatenò un sonoro e irregolare coro di acclamazioni.
“..Come tutti potete vedere, noi siamo qui stanotte per festeggiare, ah, il pensionamento” -risata nervosa- “del nostro vecchio amico e collega Windle Poons. Sapete, vedendo il vecchio Windle seduto qui stanotte, mi viene in mente, con un po’ di fortuna la storia della mucca con tre gambe di legno. Sembra che ci fosse questa mucca, e…”
L’Economo lasciò vagare la mente. Conosceva la storia. L’Arcicancelliere rovinava sempre la battuta finale, e in ogni caso aveva altre cose in mente.
Egli tornò a guardare la piccola tavola.
L’Economo era di animo gentile e nervoso, e completamente soddisfatto del suo lavoro. A parte ogni altra cosa, nessun altro mago lo voleva. Molti maghi volevano, per esempio essere Arcicancelliere, o a capo di uno degli otto ordini di maghi, ma praticamente nessun mago voleva trascorrere un mucchio di tempo in un ufficio disordinato con troppa carta e facendo somme. Tutto il lavoro d’ufficio
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dell’Università tendeva ad accumularsi nell’ufficio dell’Economo, Questo significava che lui andava a letto stanco la notte, ma almeno dormiva saporitamente e non doveva controllare troppo che ci fossero inaspettatamente degli scorpioni nella camicia da notte.
Uccidere un mago di alto grado era un sistema riconosciuto di avanzamento negli ordini. Comunque solamente un’altra persona che avesse ricavato un tranquillo piacere dalle colonne di numeri, ben incolonnati, avrebbe potuto voler uccidere l’Economo e le persone di questo stampo non sono portate all’omicidio* (*almeno fino al giorno in cui, improvvisamente raccolga un tagliacarte e si faccia strada attraverso la contabilità industriale e nella storia forense ).
Ricordò la sua infanzia, remota, nelle montagne Ramtop. Lui e sua sorella erano soliti lasciare un bicchiere di vino e della torta ogni “Notte-della-posta-del-cinghiale” per Babbo Cinghiale. Le cose erano state diverse, allora. Lui era molto più giovane, non sapeva molto e probabilmente era molto più felice.
Per esempio, non sapeva che un giorno sarebbe diventato un mago e insieme con gli altri maghi avrebbe lasciato un bicchiere di vino, della torta, dei vol-au-vent di pollo piuttosto sospetti e un cappello da party per…
…. qualcun altro.
C’erano stati anche dei party della Notte-della-posta-del-cinghiale quando era un ragazzino. Questi seguivano sempre un certo modello. Solo quando tutti i bambini erano folli di eccitazione, uno degli adulti diceva, furbescamente “Penso che stia per arrivare un visitatore speciale” e straordinariamente come ad un segnale, si sentiva un sospetto tintinnio di campanelli all’esterno della finestra ed entrava…
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… entrava….
L’Economo scosse la testa. Il nonno di qualcuno e con i baffi finti, naturalmente. Qualche gaio vecchio ragazzo con un sacco di giocattoli, che batteva gli stivali per farne cadere la neve. Qualcuno che ti dava qualcosa.
Mentre invece stanotte…
Naturalmente, il vecchio Windle probabilmente la pensava diversamente da lui. Dopo 130 anni, la morte aveva probabilmente una certa attrattiva. Magari cominciavi ad avere un tranquillo interesse di scoprire che cosa accade dopo.
L’aneddoto contorto dell’Arcicancelliere stava arrivando faticosamente verso la fine. L’assemblea dei maghi rise doverosamente e poi tentò di capire dove era lo scherzo.
L’Economo guardò di nascosto il suo orologio. Segnava le nove e venti.

Windle Poons fece un discorso. Era lungo, incoerente e sconnesso e parlava dei bei vecchi tempi e lui sembrava pensare che la maggior parte delle persone intorno lui erano persone che erano, in effetti, morte da più o meno cinquant’anni, ma non importava perché, tanto, avevano preso l’abitudine di non ascoltare il vecchio Windle.
L’Economo non riusciva a distogliere gli occhi dall’orologio. Dall’interno proveniva il cigolio dei pedali del demone che stava pedalando lungo la sua strada verso l’infinito.
Venticinque minuti dopo le nove.
L’Economo si chiedeva come la cosa dovesse accadere. Si sarebbero sentiti (… penso che stia per arrivare un visitatore molto speciale ..) un pestare di zoccoli all’esterno?
Sarebbe passato dalla porta oppure attraverso di essa? Egli era famoso per
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la sua abilità ad entrare in luoghi sigillati, specialmente in luoghi sigillati, se voi ci pensaste logicamente. Sigillatevi in qualunque luogo ed è solamente una questione di tempo.
L’Economo sperò che Egli avrebbe usato la porta nel modo giusto. Aveva già i nervi abbastanza tesi.
Il livello delle conversazioni stava declinando. Molti maghi, notò l’Economo, lanciavano sguardi verso la porta.
Windle era al centro di un cerchio che si andava tatticamente ampliando. Nessuno stava attualmente evitandolo, era solo che un apparente moto browniano stava gentilmente allontanando tutti da lui.
I maghi possono vedere Morte. E quando un mago muore, Morte arriva di persona per scortarlo verso l’Aldilà. L’Economo si chiese perché questo fosse considerato in modo positivo..
“Non capisco che cosa stanno guardando tutti”, disse Windle allegramente.
L’economo aprì il suo orologio.
Lo sportello sotto le 12 si spalancò.
“ Può smetterla con tutto questo scuotimento? “ strillò il demone “Sto perdendo il conto”.
“Scusa” sibilò l’Economo. Erano le nove e ventinove.
L’Arcicancelliere fece un passo avanti.
“Addio, allora, Windle” disse scuotendo la mano secca come pergamena del vecchio “questo vecchio posto non sarà più lo stesso senza di te”
“ Non so come ce la caveremo” disse l’Economo con gratitudine.
“Buona fortuna per la prossima vita,” disse il Decano “Passa a farci una visitina se mai starai passando di qui e ti capiterà di ricordare chi eri stato.”
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“Non sarai un estraneo, hai sentito?” disse l’Arcicancelliere.
Windle Poons accennò col capo amabilmente. Non aveva sentito una parola di quello che avevano detto. Annuiva per principio generale.
I maghi, come un sol uomo, voltarono la faccia verso la porta.
Lo sportello sotto le 12 scattò ancora verso l’alto.
“Bing bing bong bing” disse il demone. “Bingely bingely bong bing bing”
“Cosa?” disse l’Economo sobbalzando.
“Nove e mezza” disse il demone.
I maghi si girarono verso Windle Poons. Lo guardavano con aria vagamente accusatoria.
“Che cosa state guardando tutti?” chiese.
La seconda lancetta dell’orologio schizzò in avanti.
“Come ti senti?” chiese il Decano ad alta voce.
“Mai stato meglio” disse Windle. “ Non c’è ancora un po’ di questo, mm, rum avanzato?”
I maghi in assemblea lo guardarono versarsi una generosa dose di rum nel bicchiere.
“Puoi andarci piano con quella roba” disse il Decano nervosamente.
“Alla salute!” disse Windle Poons
L’Arcicancelliere tambureggiava con le dita sul tavolo.
“Signor Poons” disse “sei proprio sicuro?
Windle era partito per la tangente “Niente più di quelle tortillas? Non che si possa chiamare propriamente cibo” disse “inzuppare pezzi di biscotti durissimi in un intruglio, cosa c’è di tanto speciale in quello? Che cosa non darei adesso per una delle famose tortine di carne di Mr. Dibber…”
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E poi morì.
L’Arcicancelliere lanciò uno sguardo ai colleghi maghi poi attraversò la sala in punta di piedi fino alla sedia a rotelle e prese il polso segnato da vene blu alla ricerca di una pulsazione. Scosse la testa.
“Questo è il modo in cui voglio andarmene” disse il Decano
“Come, borbottando di tortine di carne?” chiese l’Economo.
“No, tardi”
“Aspettate, aspettate” disse l’Arcicancelliere “Questo non è giusto, sapete. Secondo la tradizione, Morte stesso viene per la morte di un mag…”
“Forse era occupato” disse l’Economo frettolosamente
“Vero” disse il Decano “C’è una grave epidemia di influenza dalle parti di Quirm, direi”.
“Anche una bella tempesta la notte scorsa. Un mucchio di naufragi, suppongo,” disse il Lettore delle Rune Recenti.
“E naturalmente è primavera, quando cadono molte valanghe in montagna”.
“E pestilenze”.
L’Arcicancelliere si lisciò pensierosamente la barba.
“Hmmm” disse.

Soli fra tutte le creature del mondo, i trolls credono che tutte le cose viventi vadano indietro nel Tempo. Se il passato è visibile e il futuro è oscuro, essi sostengono, dunque ciò significa che voi lo state affrontando nel modo sbagliato. Ogni cosa vivente sta andando attraverso la vita girato all’indietro. E questa è veramente un’idea interessante, considerato che e’ stata inventata da una razza che passa la maggior parte del proprio tempo a colpirsi l’un l’altro sulle testa con le pietre.
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In qualsiasi modo stiano le cose, il Tempo è qualcosa che tutte le creature viventi possiedono.
Morte galoppò giù attraverso nubi nere e torreggianti.
E adesso anche lui aveva del Tempo.
Il tempo per spassarsela, finalmente.

Windle Poons scrutò attentamente nell’oscurità.
“Hallo?” disse. “Hallo, C’è nessuno qui? Come va?”
C’era un distante fievole mormorio, come di vento alla fine di un tunnel.
“Venite fuori, venite fuori, ovunque voi siate” disse Windle la cui voce tremava con folle allegria.
“Non abbiate timore. Sto aspettando questo momento da tempo, a dire il vero”
Batté le mani, le sue mani spirituali, e le fregò insieme con entusiasmo forzato.
“Muovetevi. Alcuni di noi hanno nuove vite dove andare” disse.
L’oscurità rimase inerte. Non c’era nessuna sagoma, nessun suono. Era vuoto, senza forma. Lo spirito di Windle si mosse sulla superficie dell’oscurità.
Scosse la testa “Accidenti questo è uno scherzo!” mormorò “ Questo non è affatto corretto”.
Stette ad aspettare per un po’ poi, dato che là sembrava non esserci niente altro per lui, andò verso la sola casa che aveva mai conosciuto.
Era una casa che aveva occupato per 130 anni. Che non si aspettava il suo ritorno e che oppose
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un po’ di resistenza. Bisognava essere o molto deciso o molto potente per superare quel genere di cosa, ma Windle Poons era stato un mago per più di un secolo. Inoltre era come irrompere in casa propria, la vecchia proprietà familiare nella quale avevi vissuto per molti anni. Sapevi dove, metaforicamente, le finestre non chiudevano bene.
In breve Windle Poons ritornò ad essere Windle Poons.

I maghi non credono negli dei allo stesso modo in cui la maggior parte della gente non ritiene necessario credere, per esempio, nei tavoli. Sapevano che erano là, sapevano che erano là per uno scopo. Loro probabilmente erano d’accordo di sapere che avevano un posto in un universo ben organizzato, ma non vedevano in questo un buon motivo per credere e per andare in giro dicendo “Oh grande Tavolo, senza di Te siamo nulla”. Tuttavia sia che gli dei siano là che tu ci creda o no o se esistono solo in funzione della fede, in entrambi i casi si può pure ignorare l’intera faccenda oppure fare finta di niente.
Tuttavia, c’è una piccola cappella fuori dalla grande sala dell’Università Invisibile, perché, mentre i maghi davano retta alla filosofia come spiegato più sopra, non si diventa un bravo mago prendendo per il naso gli dei anche se quei nasi esistono solo in senso etereo o metaforico. Perché, mentre i maghi non credono negli dei, essi ritengono sia un dato di fatto che gli dei credono negli dei.
E in questa cappella stava deposto il corpo di Windle Poons.
L’Università aveva istituito ventiquattr’ore
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di veglia sin dall’imbarazzante affare trent’anni prima con il defunto Prissal “Buon Burlone” Teatar.
Il corpo di Windle Poons aprì gli occhi. Due monete tintinnarono sul pavimento.
Le mani , incrociate sul petto si aprirono.
Windle sollevò la testa. Qualche idiota aveva messo un candido giglio sul suo stomaco.
I suoi occhi ruotarono lateralmente. C’era una candela a ogni lato della testa.
Sollevò di nuovo la testa.
C’erano anche due candele in fondo.
Ringraziando il vecchio Teatar, egli pensò, altrimenti starei già guardando la parte inferiore di una qualche cassa di pino a buon mercato.
Gradevole pensiero, pensò. Sto pensando. Chiaramente.
Wow.
Windle tornò a stendersi sentendo lo spirito riempire di nuovo il suo corpo come scintillante metallo liquefatto che scorre attraverso uno stampo. Pensieri caldi e bianchi bruciarono attraverso l'oscurità del suo cervello, mettendo in moto neuroni indolenti.
Non era mai stato così quando ero vivo.
Ma non sono morto.
Non vivo e non morto.
Una specie di non vivo.
O non morto.
Oh dei!
Si tirò su. Muscoli che non avevano lavorato in modo giusto per settanta o ottant’anni si contrassero in un’attività frenetica. Per la prima volta nella sua intera vita, si corresse, meglio dire “periodo di esistenza”
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il corpo di Windle Poons era interamente sotto il controllo di Windle Poons. E lo spirito di Windle Poons non stava ad ascoltare la sfacciataggine di un gruppo di muscoli.
Ora il corpo si mise in piedi. Le ginocchia fecero qualche resistenza per un po’, ma non erano molto più brave a sostenere un attacco violento di forza di volontà di una zanzara malata l’attacco di uno scacciamosche.
La porta della cappella era chiusa a chiave. Tuttavia Windle trovò che una pressione sola era sufficiente per tirare la serratura fuori dal legno e lasciare impronte digitali nel metallo del chiavistello.
“Oh santo cielo!” disse.
Pilotò se stesso lungo il corridoio.
Il distante acciottolio di stoviglie e il brusio di voci suggerivano che uno dei quattro pasti quotidiani dell’Università fosse in pieno svolgimento.
Era curioso di sapere se gli era permesso mangiare da morto. Probabilmente no, pensò.
E poteva mangiare in ogni modo? Non era che lui non sentisse fame. Era solo che …bene, lui sapeva come pensare, e camminare e muoversi era solo questione di contrarre alcuni nervi abbastanza ovvi, ma come esattamente lavorava uno stomaco?

Cominciò ad esser chiaro a Windle che il corpo umano non è gestito dal cervello, nonostante l’opinione del cervello sulla questione. Infatti è gestito da una dozzina di complessi sistemi automatici, tutti che vanno avanti ronzando e cigolando con quel genere di precisione che non si nota finché non si rompe.
Osservò se stesso dalla sala di controllo del suo cranio. Guardò alla fabbrica chimica e silenziosa del suo fegato con lo stesso sentimento angosciante con il quale un costruttore di canoe osserverebbe i controlli di una grande petroliera.
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I misteri dei suoi reni aspettavano che Windle ottenesse la padronanza del controllo renale. Che osa era veramente una milza, se ci pensavi bene? E come si fa a farla funzionare?
Il suo cuore si contrasse.
O piuttosto non lo fece.
“Oh dei” mormorò Windle, e si appoggiò al muro. Come funzionava? Pungolò un poco alcuni promettenti nervi. Era sistolico…diastolico…sistolico…diastolico…? E poi c’erano anche i polmoni…
Come un prestigiatore che regge diciotto piatti roteanti allo stesso tempo – come un uomo che tenta di programmare il videoregistratore con un manuale di istruzioni tradotto dal giapponese in olandese da un traduttore coreano. Come un uomo, infine, seriamente e senza mezzi termini nella ricerca dell’autocontrollo totale, Windle Poons barcollò in avanti.
I maghi dell’Università Invisibile tenevano in gran conto il fare abbondanti e sostanziosi pasti. Un uomo non può aspettarsi di fare un qualunque genere di magia, senza sostenersi con zuppa, pesce, cacciagione, diversi piatti di carne, una torta salata o due qualcosa di grande e tremolante con sopra la crema, piccole saporite cose sui toast, frutta , noci e una grossa mattonella di gelato alla menta con il caffé. Dava loro qualcosa per foderare lo stomaco. Era anche importante che i pasti fossero serviti a ore regolari. Era quello che dava sostanza alla giornata, dicevano.
Eccetto che per l’Economo, naturalmente. Egli non mangiava molto, ma viveva dei suoi nervi. Egli era certo di essere anoressico, perché ogni volta che si guardava nello specchio vedeva un uomo grasso. Era l’Arcicancelliere in piedi dietro di lui che lo sgridava.
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Ed era sfortunatamente destino dell’Economo essere seduto di fronte alle porte quando Windle Poons le sfondò, perché era molto più comodo che trafficare scioccamente con le mani.
Morsicò da una parte all’altra il suo cucchiaio di legno.
I maghi ruotarono sulle loro panche sgranando gli occhi.
Windle Poons ondeggiò per un momento, mettendo insieme il controllo delle corde vocali, labbra e lingua, e poi disse “Io penso di essere in grado di metabolizzare l’alcol”
L’Arcicancelliere fu uno dei primi a recuperare.
“Windle!” disse. “Pensavamo che tu fossi morto!”
Si rese conto che questa non era una buona battuta. Non si mette la gente su di una lastra con le candele e i gigli tutto attorno perché si pensa che essi abbiano un tantino di mal di testa e vogliano fare un breve pisolino per una mezz’ora.
Windle fece alcuni passi avanti. I maghi più vicini fecero del loro meglio per allontanarsi.
“Io sono morto, maledetto ragazzino pazzo” borbottò “ Pensate che io andai in giro in questo modo per tutto il tempo? Santo cielo.” Guardò in cagnesco l’assemblea magica. “Nessuno qui sa quello che si suppone faccia una milza?”
Arrivò alla tavola e riuscì a sedersi.
“Probabilmente qualcosa che ha a che fare con la digestione” disse “Che strano. Si può passare una vita intera quelle con quelle maledette cose che continuano a funzionare o qualunque cosa fa gorgogliando non sai mai per davvero a che diavolo servono. E’ come quando sei nel letto la notte e senti il tuo stomaco o qualcosa fare pripple-ipple-goinning. E’ solo un gorgoglio per te, ma chi sa quali processi di scambio chimico meravigliosamente complessi stiano realmente avvenendo…”
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“Sei un non-morto?” chiese l’Economo, riuscendo finalmente a trovare le parole.
“Non ho chiesto io di esserlo” disse il defunto irritabile Windle Poons, osservando il cibo e chiedendosi come diavolo poteva trasformarlo in Windle Poons.
“Io sono solo tornato indietro perché non c’era nessun altro posto dove andare. Pensate che io voglia essere qui?”
“Ma sicuramente” disse l’Arcicancelliere “ il tizio…sai, quello con teschio e falce…”
“Mai visto” disse Windle, brevemente, ispezionando i piatti più vicini. “Veramente, ti scombussola questo essere non-morto”
I maghi si facevano segnali frenetici l’un l’altro sopra la sua testa. Egli guardò su verso di loro con sguardo truce.
“E non pensate che io non possa vedere tutti i vostri frenetici segnali” disse. Ed era meravigliato di accorgersi che questo era vero. Occhi che avevano visto oltre sessant’anni attraverso un pallido, sfocato velo erano stati costretti a entrare in azione come il più fine congegno per la vista.
Di fatto due correnti principali di pensiero stavano occupando le menti dei maghi dell’Università Invisibile.
Quello che stava pensando la maggior parte dei maghi, era: questo è terribile, è realmente il vecchio Windle là? Era un vecchietto tanto dolce. Come possiamo liberarcene? Come possiamo liberarcene?
Quello che Windle Poons stava pensando nella cabina di comando ronzante e lampeggiante del suo cervello era: Bene, è vero. C’è una vita dopo la morte. Ed è la stessa. Che sfortuna!.
“Bene” disse “Cos’avete intenzione di fare?”
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Era cinque minuti più tardi. Mezza dozzina dei maghi più anziani andavano di fretta lungo i corridoi pieni di spifferi sulla scia dell’Arcicancelliere, la cui lunga veste ondeggiava dietro a lui.
La conversazione era più o meno questa:
“Deve essere Windle! Si è sempre espresso così lui”
“Non è il vecchio Windle. Il vecchio Windle era molto più vecchio”
“Più vecchio? Più vecchio che morto?”
“Ha detto che rivuole indietro la sua camera da letto e io non vedo perché debba spostarmi…”
“Avete visto i suoi occhi? Come un succhiello!”
“Eh? Cosa? Cosa intendi? Intendi come quel nano che gestisce quel negozio di specialità gastronomiche in Cable Street?”
“Intendo come se ti scavassero un foro dentro”.
“…C’è una deliziosa vista sui giardini e io ci ho messo tutta la mia roba e non è giusto…”
“E’ mai successo questo prima?”
“Bene, ci fu il vecchio Teatar…”
“Si’, ma lui non era morto sul serio, lui si limitò a mettersi un po’ di pittura verde sulla faccia e spingere il coperchio fuori alla cassa da morto e gridare “Sorpresa, sorpresa”…”
“ Non abbiamo mai avuto uno zombie qui.”
“E’ uno zombie?”
“Credo di sì..”
“Questo significa che suonerà le pentole come tamburi e farà questo ballo etnico poi tutta la notte?”
“ E’ questo quello che fanno?”
“Il vecchio Windle? Non sarebbe il suo modo di fare. Non gli è mai piaciuto molto ballare quando era vivo…”
“In ogni caso, tu non puoi credere in questi dei voodoo. Mai credere in un dio che ghigna tutto il tempo e indossa un cappello a cilindro, questo è il mio motto.”
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“…che io sia dannato se darò indietro la mia camera da letto a uno zombie, dopo aver aspettato anni per averla…”
“E’ così? Questo è un motto divertente”

Windle Poons se ne andò di nuovo a zonzo all’interno della sua testa.
Strana cosa, questa. Adesso che era morto, o non più vivente, o qualunque cosa fosse, la sua mente sentiva più chiaramente di quanto non avesse mai fatto prima.
E il controllo sembrava anche essere semplice. Lui non doveva infastidire troppo l’intero sistema respiratorio, la milza sembrava lavorare a modo suo, i sensi erano operativi a piena velocità. Il sistema digestivo era tuttavia ancora un po’ un mistero.
Egli si guardò riflesso in un piatto d’argento .
Si vide ancora morto. Faccia pallida, rosso intorno agli occhi. Un corpo morto. Operativo ma ancora, fondamentalmente, morto.
Era corretto questo? Era questa la giustizia? Era questa la giusta ricompensa per aver creduto fermamente nella reincarnazione per quasi 130 anni? Tornare indietro come un cadavere?
Nessuna meraviglia se i non-morti sono considerati tradizionalmente molto adirati.

Qualcosa di meraviglioso, da una prospettiva a lungo termine, stava quasi per accadere.
Da un punto di vista più a breve termine o da quello a medio termine, qualcosa di orribile stava per accadere.
E’ come la differenza tra vedere una bella stella nuova nel cielo di inverno e invece trovarsi proprio vicino ad una supernova. E’ la differenza fra la bellezza della rugiada di un mattino su di una ragnatela dal punto di vista di una mosca.
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Era qualcosa che non sarebbe dovuto accadere normalmente per migliaia di anni.
E stava per accadere proprio adesso.
Stava per accadere dietro un armadio a muro in disuso in una cantina cadente nelle Ombre, la più vecchia e malfamata parte di Ankh Morpork.
Plop.
Era un suono così lieve come la prima goccia di pioggia su di un secolo di polvere.
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“Forse noi potremmo annerire il gatto per farlo camminare attraverso la sua bara (Maybe we could get a black cat to walk across his coffin)(?).”
“Lui non ha una bara!” si lagnò l’Economo come uno che ritiene la sua sanità mentale alquanto provvisoria.
“Okay, allora noi gli compriamo una bella bara e poi anneriamo il gatto e lo facciamo camminare attraverso di essa?”
“No. Questo è stupido. Noi dobbiamo farlo passare nell’acqua.”
“Cosa?”
“Passare nell’acqua. I non-morti non possono farlo.”
I maghi, che si affollavano nello studio dell’Arcicancelliere, diedero a quest’affermazione la loro piena e affascinata attenzione.
“Sei sicuro?” chiede il Decano.
“Fatto ben noto” disse il Lettore in Rune Recenti recisamente.
“Egli era abituato a passare nell’acqua tutto il tempo quando era vivo” disse il Decano dubbiosamente.
“Non quando è morto, comunque”
“Sì? Ha senso”
“Acqua corrente” disse il Lettore in Rune Recenti
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tutt’a un tratto “E’ acqua corrente. Scusate. Loro non possono attraversarla”
“Bene, Nemmeno io posso attraversare l’acqua corrente” disse il Decano
“Non-morto, non-morto” l’Economo stava cominciando ad essere un pochino staccato.
“Oh basta stuzzicarlo” disse il Lettore accarezzando l’uomo tremante sulla schiena.
“Bene io non posso” disse il Decano “Io affondo”
“I non-morti non possono attraversare l’acqua su di un ponte”
“ E lui è uno solo, eh? Siamo noi che stiamo avendo un’infestazione di loro, eh?” disse il Lettore.
L’Arcicancelliere tambureggiò con le dita sulla scrivania.
“Gente morta che se ne va in giro non è igienico” disse
Questo li azzittì. Nessuno lo aveva mai guardato così, ma Mustrum Ridcully era proprio il genere di uomo che avrebbe potuto.
Mustrum Ridcully faceva affidamento sul suo punto di vista, sia che fosse il migliore o il peggiore Arcicancelliere che l’Università Invisibile avesse mai avuto per centinaia di anni.
C’era solo troppo di lui, per una cosa. Non che fosse particolarmente grosso, era solo che egli aveva un tipo di smisurata personalità che occupava ogni spazio disponibile. Lui avrebbe trovato che sbraitare ubriaco a cena fosse un comportamento magico eccellente e accettabile. Ma poi sarebbe tornato nella sua stanza a farne un dramma per tutta la notte per poi alzarsi alle cinque del mattino per andare a caccia di anitre.
Lui urlava alla gente. Tentava di prenderle con le buone.
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E quasi mai portava vestiti adatti. Aveva persuaso Mrs Whitlow, la terrorizzata governante dell’Università Invisibile a fargli un specie di abito con pantaloni sformati in uno sgargiante blu e rosso. Due volte al giorno i maghi stavano in piedi a divertirsi e lo guardavano, fare deliberatamente jogging intorno all’edificio dell’Università, il suo appuntito cappello da mago fermamente allacciato sulla testa con dello spago. Egli avrebbe gridato allegramente a loro, perché, fondamentale per la formazione della gente come Mustrum Ridcully è una convinzione di ferro che a chiunque altro sarebbe piaciuto se solamente avesse potuto provarlo.
“Forse morirà” si dissero l’un l’altro speranzosi, mentro lo guardavano cercare di rompere la crosta sul fiume Ankh per un tuffo mattutino “Tutto questo salutare esercizio potrebbe non essere buono per lui”
Storie circolavano alle sue spalle all’Università. L’Arcicancelliere aveva sostenuto due rounds (bare-fisted)(?) di pugilato con Detritus, l’enorme troll che faceva lavori occasionali al “Tamburo Riparato”. L’Arcicancelliere aveva fatto a braccio di ferro (arm-wrestler)(?) con il Bibliotecario per scommessa e sebbene non avesse vinto, dopo aveva ancora le sue braccia. L’Arcicancelliere voleva che l’Università formasse una propria squadra di football per i grandi giochi cittadini della “Notte-della-posta-del-cinghiale.
Intellettualmente, Ricully manteneva le sue posizioni per due ragioni. Una era che egli mai, in nessun caso, aveva cambiato opinione su qualcosa. L’altra era che gli ci volevano alcuni minuti per capire ogni nuova idea che gli veniva proposta, e questo è un tratto prezioso in un leader, perché ogni cosa chiunque stesse cerando di spiegarli dopo due minuti era probabilmente importante e ogni cosa essi avessero abbandonato dopo solo un minuto all’incirca era quasi certamente qualcosa avrebbe dato fastidio a te per primo.
Là sembrava esserci più Mustrum Ridcully di quanto un corpo potesse ragionevolmente contenere.
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Mi accorsi di non essere morto quando mi resi conto di riflettere sui motivi che portarono alla mia morte...
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